“Ho visto tutto e niente. Ho detto io di buttarsi in acqua, ma non ce l’hanno fatta i ragazzi e sono andati giù”. Con queste parole il comandante del pontone AD3 agganciato al rimorchiatore affondato mercoledì 18 maggio ha commentato la vicenda ai cronisti prima di rispondere alle domande dei militari della Capitaneria di Porto di Bari. Secondo quanto raccontato dal testimone, il rimorchiatore affondato era in partenza da Ancona e doveva raggiungere l’Albania. A circa 50 miglia dalla costa barese, però, avrebbe imbarcato acqua così in fretta da impedire ogni tentativo di mettersi in salvo. Il comandante del pontone AD3 si è salvato con il suo equipaggio di 11 persone perché era soltanto agganciato al rimorchiatore. Dopo che il mezzo è sceso nelle profondità marine, il pontone è stato recuperato e portato a riva.

L’uomo non è stato in grado di riferire se il comandante del rimorchiatore era sul posto, perché “non lo abbiamo visto, lo ha preso una nave che ho chiamato io per avvicinarsi e prenderlo perché vedevamo una lucetta, perché i giubbotti hanno le lucette che si accendono quando si arriva in acqua” ha spiegato. Il mezzo è stato poi sottoposto a sigilli per via del valore probatorio. Il sequestro è stato disposto anche per il rimorchiatore affondato, ma prima di poter fare degli accertamenti sarà necessario recuperarlo da dove si trova, a mille metri di profondità. Al momento le accuse sono di concorso in naufragio e di omicidio colposo plurimo. Tra gli indagati ci sono il comandante e l’armatore del rimorchiatore.