Abusi sessuali, violenze, omicidi, sequestri e cadaveri imbottiti di mine: questo è il quadro che emergerebbe dalle testimonianze dei profughi ascoltati dalle Forze dell’Ordine per conto della Procura di Bari nell’ambito di un’inchiesta internazionale sul conflitto in Ucraina. Il fascicolo è a carico di ignoti per ora. Questa attività è una collaborazione internazionale su crimini di aggressione richiesta dall’Eurojust nella Corte Penale Internazionale. La giustizia europea ha chiesto alle procure degli Stati membri di “conservare, analizzare e archiviare le prove relative a crimini contro l’umanità commessi in Ucraina”. La Procura di Bari ha affidato il delicato compito a Roberto Rossi e all’aggiunto Francesco Giannella. Il procuratore Rossi aveva incontrato la ministra Cartabia lo scorso settembre, poco dopo la sua nomina. La città rappresenta un punto di arrivo per gli aerei che partono da Cracovia. All’arrivo dei profughi, gli inquirenti li ascoltano come testimoni nell’ambito dell’inchiesta. L’Eurojust si occupa di coordinare le corti nazionali dei Paesi membri e di agevolare le domande di assistenza legale o di estradizione all’interno dell’Unione. In più, fornisce assistenza a uno Stato membro quando ci sono dispute con Paesi fuori dall’UE su richiesta del Paese appartenente.