“Non c’è più limite al peggio!”, denuncia l’associazione barese SOS Città. O, per dirla con Ennio Flaiano, “non chiediamoci dove andremo a finire, perché già ci siamo”. La denuncia fa riferimento alla raffigurazione di un fallo sul muro della Chiesa del Santissimo nome di Gesù, nella città vecchia.

“Siamo costretti a commentare e a denunciare l’ennesimo atto di vandalismo incontrollato all’interno della nostra città” commenta così il presidente di Sos Città, Danilo Cancellaro, nel post pubblicato sulla relativa pagina Facebook. “Rispetto, educazione e senso civico lasciano ormai spazio a maleducazione, degrado e vandalismo. La città di Bari deve correre ai ripari da questo punto di vista dato che la situazione comincia seriamente a preoccupare. Non solo scritte sui muri infatti, ma anche arredi pubblici divelti, vetrine dei negozi infrante, uso incontrollato di monopattini senza il rispetto delle norme previste ecc. sono tutti campanelli d’allarme rispetto ai quali non si può far finta di niente. Solo l’altro giorno ad esempio sulla nostra stessa pagina facebook abbiamo denunciato le panchine in pietra completamente distrutte al parco 2 Giugno” – continua Danilo Cancellaro.️

A Bari vecchia però non sarebbe questo l’unico problema. “I residenti infatti ci hanno segnalato anche un non corretto funzionamento della ZTL con auto che circolano indisturbate, senza considerare la massiccia presenza di fat-bike che sfrecciano nei vicoli ad alta velocità, mettendo così fortemente in pericolo l’incolumità dei cittadini” prosegue Dino Tartarino, vice presidente di Sos Città. “️Le nostre non sono critiche, anzi! Il nostro intento è quello di accendere quanto più possibile i fari su questa problematica con la speranza che l’amministrazione comunale possa accogliere la nostra proposta di aumentare i controlli, magari anche ripristinando le figure dei vigili di quartiere al fine di garantire maggiore presidio dei territori. Nel frattempo chiediamo ad Amiu di compiere un piccolo sforzo e di intervenire quanto prima per rimuovere quel simbolo dalla facciata della Chiesa e ripristinare il decoro, ma soprattutto il rispetto che il luogo sacro merita” – concludono Cancellaro e Tartarino