Facebook

Si conclude con dieci condanne l’inchiesta della Guardia di Finanza denominata “Cravatte rosa”, che ha portato a galla un giro di usura a Bari notevolmente incrementato negli ultimi due anni, a causa dei lockdown che hanno obbligato tante attività a restare chiuse. Dei dieci condannati per i reati di usura aggravata ed estorsione, otto sono donne. Le pene inflitte vanno da 2 anni e 4 mesi fino a 7 anni e 8 mesi. Approfittando dello stato di bisogno di famiglie ed esercenti, i presunti usurai avrebbero prestato loro soldi chiedendo interessi anche del 5.000%. Vittime soprattutto persone residenti nei quartieri Japigia, San Pasquale e San Paolo. I fatti contestati risalgono complessivamente agli anni 2011-2020.

Dalle indagini è risultato che le vittime venivano costrette a pagare gli interessi anche ricorrendo a violenze e minacce: «se non paghi vengo e ti sbrano», «se non paghi ti brucio l’auto», «ti mando mio figlio con la pistola», «ti faccio saltare in aria». La gup ha riconosciuto i dieci imputati, processati con il rito abbreviato, responsabili di 29 episodi di usura e otto di estorsione.