Li hanno chiamati angeli, poi eroi, adesso sono semplici Operatori socio sanitari. ex precari, cacciati lo scorso 31 dicembre. Un esercito di centinaia di lavoratori in Puglia, che dopo aver affrontato la prima e la seconda ondata del Covid nei vari reparti ospedalieri, sono stati mandati a casa per scadenza di contratto di 36 mesi: “È pazzesco ed in violazione della legge Madia” si legge nella nota inviata dall’Usppi. Come gli Oss delle Asl di Brindisi, di Lecce e della Bat, in tutto circa trecento persone. I lavoratori in servizio a tempo determinato che speravano nella riconferma. Soprattutto ci sperava chi avrebbe raggiunto i trentasei mesi di servizio, conquistando il requisito necessario per l’assunzione stabile, così come previsto dal mille proroghe. Invece oltre al danno, la beffa. Eppure da anni nelle corsie dei nosocomi pugliesi, i sindacalisti Usppi Puglia e le stesse Asl registrano una grave carenza di organico: mancano circa 3500 unità in tutto il territorio regionale. Con la pandemia poi c’è maggior bisogno.

“Solo chi è stato dentro un ospedale e ha vissuto da vicino questa pandemia, può capire ogni sforzo fatto dagli OSS – sottolinea Nicola Brescia Segretario Generale Usppi -. Quando una persona moriva, erano loro a chiudere quel sacco nero, senza poter dare niente ai familiari, se non la triste notizia. Quelle povere persone ricoverate che stavano male, avevano come unico riferimento gli infermieri e gli Oss, coloro che hanno un rapporto più diretto con l’ammalato, che si avvicinano a lui quando ha bisogno, per pulirlo, che hanno dato anche un supporto psicologico ai pazienti, oltre che mantenere il movimento che evita lesioni o piaghe. Erano gli unici che potevano dare conforto. Tante volte si sono trovati a rispondere ai cellulari dei pazienti, per dare notizie ai familiari, perché chi era ricoverato non poteva parlare. Tra loro c’è anche un paziente oncologico e non poteva permettersi di contagiare nessuno. La donna ha fatto la sua parte andando al lavoro a dare una mano, ma nello stesso tempo non poteva darla a chi ne aveva bisogno nella sua famiglia”.

“La cosa strana è che il governo pugliese – dice il sindacalista – ha mandato via personale precario, per assumere altri precari, attingendoli dalla graduatoria del concorso di Foggia. Si tratta della selezione risalente alla primavera scorsa, per 2445 posti per Oss, con 13 mila idonei in graduatoria, tra cui anche gli stessi precari mandati via. Grazie alla Task Force regionale e al suo Presidente Leo Caroli, attento e sensibile alle problematiche del personale, è stato siglato un accordo, fortemente voluto dal sindacato Usppi Puglia, che prevede un bando, già pubblicato, per ogni Asl, al fine di “assumerli a tempo determinato…” nelle società in house denominate Sanitaservice”.