Avrebbe rivelato a Mario Antonio Lerario, ex capo della Protezione Civile Puglia, la presenza negli uffici regionali di tre cimici, “aiutandolo a eludere le investigazioni della polizia giudiziaria”. Con questa accusa un giornalista, addetto stampa della Giunta regionale, è indagato per concorso in rivelazione e utilizzazione di segreto d’ufficio e favoreggiamento personale. Nei suoi confronti la Guardia di Finanza di Bari ha eseguito oggi, 12 gennaio, una perquisizione disposta dalla locale Procura, sequestrando supporti informatici, pc e telefoni cellulari.

Il giornalista sarebbe stato messo al corrente delle intercettazioni ambientali in corso da un pubblico ufficiale, al momento ignoto. “Il provvedimento – spiega infatti la Procura – è finalizzato all’acquisizione di elementi probatori utili alla compiuta identificazione di un pubblico ufficiale che avrebbe rivelato al redattore l’esistenza di dispositivi di captazione ambientale in uffici della Regione Puglia in uso a Mario Antonio Lerario”. Secondo l’accusa, l’ex dirigente della Protezione civile regionale, in carcere dal 23 dicembre per corruzione, a seguito di quella rivelazione, avrebbe fatto rimuovere le microspie dagli uffici.