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Questa mattina, durante l’Udienza preliminare davanti al Gup del Tribunale di Bari Francesco Agnino, Giuseppe Rizzi ha dichiarato la sua volontà di risarcire il “danno causato” a tutte le sue vittime individuate nell’inchiesta. L’oncologo pugliese era stato arrestato a maggio scorso per concussione e truffa aggravata e continuata in concorso con la compagna. I Carabinieri avevano all’epoca sequestrato nella sua casa anche reperti archeologici e 1.900.000,00 euro in contanti. L’uomo avrebbe “spacciato” per salvavita delle cure in realtà inutili, inefficaci e molto costose a malati, per lo più terminali.

Un 60enne foggiano colpito da un carcinoma irreversibile, prima di morire nel 2019, avrebbe provato ad affidarsi alle fantomatiche cure di Rizzi al quale avrebbe consegnato ben 130mila euro. “Tutti pagamenti avvenuti senza alcuna fattura o documento fiscale” – precisa l’avvocato della famiglia. Qualora Giuseppe Rizzi non dovesse rispettare questo patto di risarcimento entro aprile 2022, il processo andrà avanti con la costituzione delle parti civili – per ora 17 – e si proseguirà con l’udienza preliminare istruttoria.