“Vogliamo sapere cosa esce da quel camino”. Con oltre cento lettere protocollate, i cittadini di Sannicandro chiedono di essere messi a conoscenza in merito alle emissioni prodotte dall’impianto presente in città che si occupa di essicamento e incenerimento dei fanghi di depurazione. Materiale che viene spedito dall’Acquedotto Pugliese, ma anche da altri impianti del Lazio.

L’impianto, stando a quanto siamo riusciti a sapere, dopo aver ricevuto l’autorizzazione dalla Città Metropolitana di Bari, è stato messo in funzione a dicembre del 2020 e ha continuato a funzionare fino a fine maggio 2021, nonostante fosse in esercizio provvisorio e quindi doveva essere in funzione a intermittenza. L’autorizzazione prevedeva anche un monitoraggio costante delle emissioni, ma soprattutto delle prescrizioni imposte.

Data la continua emissione nell’aria di un’odore nauseabondo, i cittadini, grazie al comitato degli ovicoltori della conca barese, hanno spinto il Comune a costituire un osservatorio ambientale che ha incaricato un ingegnere ambientale esperto a verificare il rispetto delle prescrizioni. Dalla relazione depositata poi al Comune, l’ingegnere pare abbia riscontrato 32 criticità, anche nell’impianto.

Ma ciò che ha suscitato più clamore è il fatto che nei mesi di lavorazione pare non ci sia stato un piano di monitoraggio. Viste le criticità presentate nella relazione, il Comune di Sannicandro pare abbia chiesto alla Città Metropolitana di intervenire sull’impianto chiedendo anche la revoca delle autorizzazioni.

Visto che l’impianto continua ad essere in funzione, i cittadini hanno così deciso formalmente di essere messi a conoscenza in merito alle emissioni e di tutelare la salute pubblica emanando un’ordinanza per chiudere l’impianto, nel caso neanche lui sappia cosa viene fuori dal camino della Spei.

Come sempre siamo a completa disposizione del sindaco di Sannicandro e dei vertici dell’impianto qual ora vogliano fornire delucidazioni in merito a quanto denunciato dai cittadini.