Gli studenti del Politecnico di Bari stamattina sono tornati in aula. Dopo la prima settimana di lezioni esclusivamente on line, necessaria al rodaggio del nuovo sistema di accesso e gestione delle attività didattiche, aspiranti ingegneri, architetti e designer industriali hanno fatto ritorno alla modalità in presenza, con le consuete misure di sicurezza sanitaria e con nuovi strumenti tecnologici.

In classe, infatti, c’erano esclusivamente i ragazzi che avevano prenotato il posto attraverso un’apposita app, messa a disposizione dal Politecnico. Il sistema informatico registra le richieste fino a raggiungere il 50% della capienza dei locali, in attuazione delle attuali disposizioni sul distanziamento interpersonale. All’ingresso nelle aule, poi, gli studenti confermano la loro presenza scansionando un codice Qr con il telefonino. Tutti gli altri studenti non registrati seguono le lezioni da remoto, attraverso la piattaforma
Teams.

Le aule sono tutte dotate di sistemi di videoregistrazione con telecamera orientabile, microfoni ambientali e maxischermo con lavagna digitale touchscreen, che consente ai docenti di interagire contemporaneamente sia con gli studenti presenti in aula, sia con quelli in remoto e condividere disegni, grafiche, dispense e qualsiasi altro materiale audio e video. A tutti i presenti è richiesto il possesso del Green Pass, da mostrare a richiesta degli operatori addetti al controllo, che può avvenire in qualsiasi momento della giornata all’interno del Campus. Lo stesso vale per le strutture della sede del Politecnico a Taranto. Le prenotazioni sono state, complessivamente, oltre 3.500.

“È un momento importante per la nostra comunità – commenta il rettore del Politecnico, Francesco Cupertino – perché l’università è innanzitutto relazione, confronto, scambio di idee ed esperienze. La pandemia ha imposto nuovi modelli – osserva il rettore – ma anche quando sarà finita dovremo imparare a convivere con essi, integrando la tecnologia con i metodi tradizionali. La didattica sarà sempre più ibrida e multidisciplinare – conclude Cupertino – ma soprattutto dovrà dare più spazio all’esperienza sul campo, per formare professionisti in grado di governare i grandi cambiamenti in corso”.