“Come il 22 luglio, anche stasera le fiamme sono partite da oltre la recinzione, in quella terra di nessuno alla quale si accede da varchi colpevolmente lasciati aperti e incustoditi dal lato del parcheggio della Caserma Rossani. Per fortuna questa volta la presenza di spirito degli abitanti del posto ha permesso un intervento tempestivo da parte dei vigili del fuoco che hanno così evitato il peggio”.

Inizia così lo sfogo sui social dai titolari del parco Gargasole di Carrassi, che da tempo chiedono un intervento delle Istituzioni.

“Sarebbe stato davvero peggio, perché a seguito dell’incendio, con evento pubblico molto partecipato, l’11 settembre abbiamo ripulito l’area accumulando quanto bruciato e, soprattutto, quanto ancora bruciabile, a favore di raccolta e smaltimento per il quale abbiamo interpellato l’Amiu che, nonostante sopralluogo e sollecitazioni, ad oggi purtroppo non è ancora intervenuta – continua -. Questo rende lo spazio più a rischio di prima.
E se a tale pericolo si aggiunge lo stato di abbandono, con erba secca molto alta, nello spazio da destinare al progetto Rigenerazioni Creative (che, seppure vinto virtualmente nel bando comunale, ad oggi non è stato ancora assegnato), il quadro è inquietante”.

“Parco Gargasole viene, a seconda delle convenienze, citato come fiore all’occhiello e modello per una rigenerazione urbana praticata dal basso della quale anche le Istituzioni si possono prendere merito, salvo però lasciare che le cose vadano in malora e magari addossando colpe e responsabilità a chi, onorevolmente e consapevolmente, se ne fa carico in quanto Bene Comune – concludono -. Noi continueremo nella nostra pratica di cittadini/e attivi/e, ma chiediamo, ora più che mai, una partecipazione effettiva dell’Amministrazione alla gestione di questo bene pubblico, assegnato secondo il Regolamento per la gestione condivisa dei beni comuni, laddove la condivisione implica una presa in carico comune e non scaricata sulle fragili spalle di associazioni e volontari che alla resa dei conti si sentono abbandonati. Abbiamo da tempo fatto una serie di richieste precise, ma tutto è fermo. E allora, se non c’è due senza tre, aspettiamo il prossimo incendio?”.