Condannati l’ex presidente della Multiservizi, Giacomo Olivieri, e l’ex componente del Consiglio di amministrazione, Mario Visciglia, in merito alla vicenda legata al capannone preso in affitto nel 2015 a un costo esorbitante. Entrambi sono stati condannati dalla Corte dei Conti a risarcire il danno erariale da 65mila euro.

Una manovra di Olivieri che, stando a Repubblica, è stata scoperta dopo l’insediamento del nuovo Cda nel novembre 2015, quando l’avvocato barese non era stato rieletto a capo della società in house del Comune di Bari.

I guai giudiziari per Olivieri sono iniziati durante la campagna elettore in cui appoggiava il candidato sindaco Pasquale Di Rella, in merito alle presunte false dichiarazioni per consentire all’ex direttore del personale della Multiservizi, Oronzo Cascione, di percepire una retribuzione superiore rispetto al contratto.

A causa del covid, il processo penale a carico di Olivieri è stato più volte rinviato, con la prossima udienza fissata ad Aprile del 2022, rischiando la prescrizione. Ricordiamo che la pm Bruna Manganelli ipotizzava il reato di truffa aggravata in danno alla società comunale.

Mentre il processo penale è ancora in bilico, il viceprocuratore della Corte dei Conti, Pierpaolo Grasso, in merito all’affitto del capannone, ha ipotizzato il danno erariale. L’affitto era di 120mila euro annui per sei anni, ma per rendere vivibile l’immobile erano stati necessari lavori per oltre un milione di euro.

Nell’iter dell’individuazione del capannone, i magistrati hanno registrato diverse anomalie tra cui anche l’omessa autorizzazione da parte dell’assemblea dei soci. Con l’ingresso del nuovo Cda era stato dato il via al contenzioso con la Mipa che d’altro canto non voleva annullare il contratto. La vicenda si è poi chiusa con una transazione da 80mila euro che secondo la Procura doveva essere addebitata a chi aveva provocato il danno erariale, cioè Olivieri e Visciglia.

Nel mirino anche la relazione sul sopralluogo che porta la firma di Oronzo Cascione, il dirigente favorito da Oilvieri e che insieme a lui è indagato per truffa aggravata.