La nostra inchiesta sulle case popolari baresi continua ed è per questo motivo che scegliamo sempre di raccontarvi storie andando fino in fondo.

Dopo le storie di Anna, Maria e della 18enne abusiva cacciata al San Paolo, vi raccontiamo quella di Cinzia e di sua figlia, entrambe gravemente malate.

“Dopo una lunga battaglia, a settembre, hanno assegnato a me e mia figlia una casa popolare a Japigia – racconta Cinzia -. Fissiamo un appuntamento per andare a vederla, qualche giorno dopo mi chiamano e dicono che l’abitazione era occupata dagli abusivi e che non potevo entrare. Non si sono presentati poi neppure sul posto il giorno stabilito”.

A questo punto il Comune propone a Cinzia e sua figlia, che devono lasciare il 29 ottobre l’abitazione dove si trovano ora, una casa popolare a Carbonara, destinazione che però non convince la donna.

“Non ci vado lì, sto in mezzo alla strada finché Dio vuole, non lo so poi quello che mi verrà in testa – continua Cinzia in lacrime -. Mia figlia piange tutti i giorni, non va a scuola, mi dice che moriremo per strada noi 2 con il nostro cagnolino”.

La nostra troupe si è così recata a Japigia per cercare di parlare con gli abusivi che hanno occupato la casa popolare assegnata a Cinzia, senza però trovare nessuno.

La corrente elettrica però, come si vede dall’esterno della struttura, è fornita da un’abitazione che si trova al piano superiore. Qui risiedono i parenti degli abusivi, riusciamo a parlare con uno di loro che ci spiega la situazione e conferma che la coppia non ha alcuna intenzione di lasciare la casa, anche perché anche in questo caso una donna è malata.

Abbiamo anche sentito l’Amministrazione pubblica. “La signora ha aspettato tanto tempo, doveva entrare velocemente in casa per evitare che fosse occupata abusivamente”, è questa la versione che ci è stata fornita.