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Al via anche all’Università di Bari i test di ammissione alle facoltà di Medicina e Chirurgia, con 2.787 candidati per 360 posti (300 nella sede di Bari e 60 in quella di Taranto). Per la prima volta per accedere alla prova bisogna essere muniti del Green pass.

I candidati a partire dalle 10.30 e fino alle 13 sono stati sottoposti ai controlli. Un primo filtro, in appositi gazebo allestiti all’esterno delle aule, verifica temperatura e green pass e fornisce un braccialetto verde a chi risulta in regola per passare allo step successivo. Il secondo controllo è quello di identificazione e consegna in buste sigillate degli effetti personali non ammessi in aula.

Gli aspiranti medici baresi svolgeranno poi la prova (100 minuti per 60 domande a risposta multipla) suddivisi in 52 aule distribuite in sei diversi plessi dell’Ateneo barese, dopo aver sorteggiato all’ingresso il proprio posto a sedere.

“È il primo anno con green pass ma la macchina è ormai rodata – spiega la professoressa Angela Pezzolla, docente di chirurgia generale e presidente della commissione per i test di ingresso – , abbiamo organizzato aule con posti distanziati e ritardato l’inizio della prova proprio per dare tempo di effettuare i controlli”.

“Oggi Medicina fa da apripista all’università che riparte in sicurezza in presenza con il green pass” aggiunge il professor Silvio Tafuri, componente della commissione e responsabile della control room Covid del Policlinico di Bari.

“L’emergenza non è chiusa. La formazione si. No al numero chiuso”. È lo slogan sullo striscione degli studenti di Link Bari, il sindacato studentesco dell’università che oggi, in occasione dei test di ingresso per l’accesso alle facoltà di Medicina e Chirurgia, torna a protestare contro il numero chiuso.

“Il numero chiuso non è la risposta alla carenza di medici negli ospedali, come è emerso è maniera evidente e importante nella pandemia” dice Noemi Sassanelli, portavoce di Link Bari Medicina. “La risposta, invece, – prosegue – è avere nuovi medici, nuove menti, con investimenti mirati, dopo 53 miliardi di tagli alla sanità negli ultimi 10 anni. Senza medici – dice Noemi Sassanelli – non c’è futuro, per questo proponiamo un ripensamento dell’offerta formativa, con finanziamenti per garantire l’accesso libero e investire così sul presente e sul futuro”.