Una casalinga salentina aveva depositato alcuni anni fa 30mila euro su un conto corrente della Banca Popolare di Bari, ma questi soldi sarebbero stati utilizzati a sua insaputa per investire su azioni e obbligazioni.

Al momento del deposito, alla donna fu proposto di acquistare degli strumenti finanziari emessi dalla stessa banca, ma dopo un po’ di tempo, chiesto lo svincolo di parte delle somme depositate, la casalinga ha scoperto che i suoi risparmi erano stati investiti su azioni e obbligazioni ad alto rischio emesse dalla Banca Popolare di Bari e che erano oggetto di grande perdita a causa della crisi bancaria.

La donna si è così rivolta all’avvocato Francesco Fino e la vicenda è finita in tribunale. Durante il giudizio civile, una perizia calligrafica ha potuto accertare che la firma necessaria ad acconsentire l’investimento è falsa e il giudice ha ritenuto che la donna non fosse stata messa in guardia dai possibili rischi derivanti dall’acquisto di tali azioni e obbligazioni.

La vicenda si è conclusa lo scorso 7 settembre e, ritenendo nulla e falsa l’operazione, la Banca Popolare di Bari è stata condannata a risarcire 30mila alla correntista.

“Si tratta di una pronuncia importante perché afferma la necessità della forma scritta per gli investimenti del caso – dichiara l’avvocato Fino – ma, soprattutto, perché richiama gli Istituti bancari al rispetto degli obblighi informativi previsti in materia dai regolamenti Consob e che vincolano le banche e i loro operatori a fornire ai risparmiatori una dettagliata informazione sulla natura degli strumenti finanziari su cui investono. È imprescindibile – conclude l’avvocato – che i risparmiatori giungano a determinati investimenti finanziari solo dopo esser stati adeguatamente informati sui rischi e sulle possibili conseguenze che da essi possono derivarne al capitale investito”.