I ragazzi brutalmente feriti dall’amico a Ugento hanno nominato loro difensore l’avvocato barese Nicola Lerario. Le vittime della serata da incubo sono tre studenti universitari di buona famiglia, in vacanza nella stessa abitazione condivisa con quello che successivamente si sarebbe rivelato il loro aggressore. Come si può facilmente dedurre dalle immagini inserite nell’articolo, le lesioni sono state tutte inferte in zone vitali (testa e collo). A una ragazza, per esempio, sono stati inferti tagli che hanno richiesto numerosi punti di sutura.

“L’aggressore è ricoverato nel reparto di Psichiatria, in stato di libertà – spiega l’avvocato Nicola Lerario -. I tre ragazzi e i loro genitori sono ancora visibilmente terrorizzati e lo stato di disagio è aumentato proprio nel momento in cui hanno saputo che l’indagato non è stato arrestato come invece ci si sarebbe aspettato”.

Sotto il profilo tecnico, infatti, l’arresto al di fuori della flagranza di reato non è possibile. Nel caso specifico, poi, l’aggressore è scappato, per essere rintracciato diverso tempo dopo. Un eventuale provvedimento restrittivo dovrà essere necessariamente richiesto dal pubblico ministero con l’avvallo del giudice per le indagini preliminari.

“Secondo il racconto dei miei assistiti – continua il legale – l’azione sarebbe stata  premeditata. I ragazzi hanno parlato del ritrovamento in un cassetto delle chiavi di tutte le stanze della villa presa in affitto. Questo sembra, ma sarà la magistratura a doverlo accertare, seppure pare che la raccolta sia stata fatta per accedere alle stanze dei ragazzi nottetempo. Quando è scoppiato il parapiglia, senza nessun battibecco o provocazione da parte delle vittime, era in corso una partita a carte. Stavano giocando insieme, mentre l’indagato osservava da vicino. La furia dell’indagato, dunque, sarebbe esplosa all’improvviso. L’aggressore avrebbe dapprima appoggiato, afferrandolo con le due mani, un attizza fuoco sul collo di uno dei tre, salvo poi scatenare la sua furia di natura apparentemente omicida, sferrando numerosi colpi mirati in parti del corpo vitali. Solo dopo alcuni momenti di autentico terrore, i tre amici sono riusciti miracolosamente a farlo scappare. A quel punto è emersa la gravità delle ferite”.

Lo shock per quanto vissuto è ancora vivo. “Secondo quanto riferito dai miei assistiti – aggiunge l’avvocato Lerario – mentre colpiva l’indagato continuava a ripetere ‘Vi ammazzo tutti’. Confidiamo nell’operato della magistratura, che sia il più celere ed efficace possibile e soprattutto che eventuali ferie di agosto non rallentino possibili provvedimenti restrittivi. Hanno paura che il loro amico possa ritornare a Bari e completare l’opera che non è riuscito, miracolosamente, a portare a compimento”.