“Caro Quotidiano Italiano, mi chiamo Giovanni e voglio raccontarti una storia accadutami questa mattina. Mentre percorrevo via della Costituente, con la mia autovettura, vengo affiancato da due agenti in borghese della Polizia Municipale di Bari che mi intimano di accostare”.

Inizia così il racconto contenuto in una lettera inviata alla redazione del giornale da un nostro lettore.

“Chiaramente arresto subito la mia marcia e fornisco agli agenti, sotto loro richiesta, i miei documenti (patente, libretto e assicurazione) – spiega Giovanni -. Verificata la regolarità di tutto, mi si avvicina uno dei due dicendomi che stanno procedendo a contestarmi una sanzione di 111 euro, più la decurtazione di 5 punti dalla patente perché a loro detta guidavo col cellulare in una mano. Al che io controbatto dicendo che ero impegnato in una conversazione telefonica col vivavoce e che loro stessi potevano verificare che il mio cellulare si trovava nello zaino posto sui sedili posteriori, non sono mai sceso dal veicolo in loro presenza, dunque risultava impossibile che fossi col mio cellulare in mano mentre guidavo”.

“Dopo essersi consultati per qualche minuto uno dei due mi si avvicina dicendomi di aver capito che sono un bravo ragazzo e che probabilmente c’è stato un malinteso, ma purtroppo hanno già inserito i miei dati anagrafici sul verbale, quindi possono venirmi incontro facendomi una sanzione di 35 euro per guida di un monopattino con una mano sola – continua -. Sì, avete capito bene, io ero seduto nella mia auto e loro volevano sanzionarmi per la guida imprudente di un monopattino elettrico che tra l’altro odio. A quel punto io incredulo, rispondo che ho molto rispetto per le forze dell’ordine e se loro mi hanno visto col cellulare in mano, pagherò la sanzione che mi spetta pur sapendo di non aver commesso nessuna infrazione”.

“Le reazioni dei due sono state contrastanti: l’agente più grande d’età ha subito capito di aver fatto una cazzata e mi ha detto testuale che questa scelta mi fa onore, ce ne fossero persone come lei, quello più giovane si è infastidito ed ha cominciato a farmi presente che loro volevano aiutarmi e che mi stessero facendo un favore – racconta Giovanni -. A questo punto, viste le reazioni contrastanti, si sono allontanati qualche minuto a confabulare in privato, poi quello più giovane è tornato consigliandomi caldamente di accettare la loro proposta in quanto se mi fosse capitata una situazione analoga ci sarebbe stata la sospensione della patente”.

“A quel punto probabilmente, anzi sicuramente, sbagliando, ho accettato la sanzione per guida imprudente di monopattino elettrico, ma come detto anche agli agenti, solo per paura di incontrare nuovamente degli agenti così nei prossimi due anni e quindi incorrere nella sospensione della patente, perché la patente a me serve per lavorare, onestamente a differenza di qualcun altro”, conclude il nostro lettore.