Fa riflettere la denuncia che arriva dai social da una mamma che racconta l’incubo che ha vissuto insieme al suo bambino.

“L’anno scorso iniziava il mio incubo – racconta -. In due mesi, con mio figlio ricoverato due volte al Pediatrico sono stata offesa da oltre 10 medici. Tutti, con la stessa faccia tosta, continuavano a dirmi che mio figlio non avesse nulla e che voleva solo attenzioni”.

“L’anno scorso, proprio nella mattina del 14 luglio, entra in stanza il solito neurologo e mi dice di andare a casa perchè mio figlio non ha nessun problema. Mi ha prescritto un po’ di potassio e magnesio. Col il cuore a pezzi, ho preso le nostre cose, la mia lettera di dimissioni, e mi sono avviata all’uscita. Mentre uscivo dal reparto, però, la dottoressa che mi aveva portato le dimissioni me le sfila di mano e mi chiede di aspettare un minuto. Ne passarono 40. Porta chiusa, un via vai di medici e l’annuncio di un ultimo controllo di routine da fare al Policlinico”.

“Mi portano al Policlinico in ambulanza – scrive angosciata la mamma -. Attendo l’esito della visita neurologica, poi mi fanno parlare con una dottoressa. Lei inizia, ma io sento solo il vuoto attorno a me. La guardo e non capisco cosa mi dice, so solo che la mia paura più grande si è avverata. I medici del Giovanni XXIII mi avevano insultata e derisa, mi avevano fatto sentire una pazza, ma mio figlio ha due malattie rare e deve essere operato, perché rischia grossi problemi motori e fisici”.

“Sono dovuta restare in ospedale altri 10 giorni per poter avere tutti gli esami in tempo. Poi sono corsa via, con mio marito, a Firenze. Il medico che lo ha visitato, lo ha guardato e mi ha detto: ‘Signora, suo figlio presenta tutti i sintomi e i segni delle malattie che ha. Non serviva la risonanza per diagnosticarle, bastava essere attenti’. Ma in Puglia cos’è l’attenzione verso il paziente? In Puglia non esiste il benessere del paziente, esiste solo il benessere del medico. Mio figlio è stato operato d’urgenza a Firenze al midollo. Sta bene ed è stato un vero e proprio miracolo”.

“Spero che prima o poi qualcuno si svegli e dia un’occhiata alla nostra Sanità”. – conclude amareggiata.