“Vergogna”. Tutti i presenti hanno iniziato a gridare lo sdegno per ciò che è accaduto a Felice Basile e alla sua famiglia. L’imprenditore di Altamura ieri ha ricevuto la visita delle Forze dell’Ordine e della delegata alla vendita per eseguire lo sfratto della sua abitazione venduta all’asta.

La sua storia inizia nel 2013 quando a causa delle azioni e degli abusi subiti dalle due banche ha dovuto chiudere la sua azienda. Il 22 gennaio 2021 era riuscito ad ottenere il rinvio dello sfratto, messo in atto poi a fine luglio.

“Sono un cittadino italiano senza più diritti. Dove è la giustizia, dov’è la legalità? Mi hanno cacciato di casa ingiustamente”. Per Basile l’asta è stata viziata da illegittimità e per questo ha sporto varie denunce, tra cui anche alla delegata alla vendita.

“Hanno violato le modalità telematiche, c’è stata una violazione delle disposizioni previste dall’istanza di vendita in cui nello stesso giorno devono essere fissate almeno due procedure, chi ha comprato la mia casa è stato l’unico a partecipare all’asta e risulta dipendente e/o collaboratore dell’Ufficio Fidi, insieme a sua moglie della Banca Popolare di Puglia e Basilicata, da me querelata per estorsione del credito e usura”

“Mi ritrovo in queste condizioni a causa di abusi perpetrati da soggetti senza scrupoli, favoriti da procedimenti “CONTRA LEGEM” che hanno permesso al funzionario della Banca di Puglia e Basilicata di aggiudicarsi la la gara con una partita truccata, dopo aver venduto la sua abitazione venti giorni prima dell’asta del 09/05/2019, giorno festivo a Bari. Non mi sono mai tirato indietro e voglio pagare il mio debito, ma non permetterò mai di farmelo estorcere in maniera criminale da quattro massoni e delinquenti”.

In riferimento alle disposizioni della Corte di Giustizia UE, che ha sancito “il diritto all’abitazione come fondamentale garanzia della Carta” e che per quanto riguarda le conseguenze della espulsione del consumatore e della famiglia dall’abitazione, che costituisce residenza principale, essa ha già sottolineato la necessità per il giudice competente di emanare provvedimenti di sospensione del procedimento di esecuzione ipotecaria o a bloccarlo è stata chiesta anche al G.E. dott.ssa Chiara Cutolo la sospensione dell’esecuzione per l’accertamento del credito del titolo di euro 22mila di Banca Popolare di Puglia e Basilicata e quello di euro 68mila di Banca di Credito Cooperativo di Santeramo, rigettata senza alcuna giustificazione giuridica.

L’imprenditore, insieme alla sua famiglia, non ha più un tetto, ma nonostante questo continuerà nella sua battaglia affinché la tanto agognata giustizia, in cui ormai ha perso quasi le speranza dopo il caso del giudice De Benedictis, possa fare il giusto corso. “Usciamo da questa casa con dignità, ma non molleremo”.