I dipendenti ed ex lavoratori del Comune di Bari continuano a protestare in merito alla Cassa Prestanza, da noi definita “magagna” poiché troppe cose sono state tenute all’oscuro dei dipendenti che per anni si sono visti togliere parte dello stipendio che veniva versato nel fondo.

Ricordiamo che la Cassa Prestanza ha un buco di quasi 14 milioni di euro, soldi che non si sa che fine abbiano fatto anche perché, nonostante le molteplici richieste, non si trovano i registri contabili che potrebbero dare risposte in merito ai versamenti effettuati.

Martedì 29 giugno alle 9 si è riunito il presidio davanti Palazzo di Città dei dipendenti comunali iscritti a Cassa prestanza Bari, per iniziativa del Coordinamento di Cittadini, Associazioni e Comitati territoriali: “UNITI PER LIBERARE LA GIUSTIZIA”.

Sono intervenuti i Legali dei Dipendenti comunali per un aggiornamento alla luce della recentissima sentenza del TAR Puglia e saranno rese pubbliche le ulteriori iniziative che si intendono intraprendere. Qualora i Giudici amministrativi dovessero addebitare precise responsabilità in capo ai singoli amministratori pubblici (Sindaco, Assessori, Revisori), il Coordinamento di cittadini, associazione e comitati territoriali UNITI PER LIBERARE LA GIUSTIZIA, ammonisce fin d’ora gli stessi, dal prelevare dal bilancio comunale i fondi per pagare qualsiasi tipo di spesa, onere o risarcimento. “Che paghino di tasca loro. Chi sbaglia deve iniziare a pagare con le proprie risorse personali”, aggiungono.

Ad esprimersi inoltre è l’avvocato Sgobba, legale dei dipendenti del comune di Bari, “il Tar si è pronunciato e ha dato 60 giorni di tempo al comune di Bari per adeguarsi alla sentenza”.

“Fortunatamente il giudice è stato equilibrato e attento alle nostre esigenze – spiega l’avvocato -. Mi auguro che il comune di Bari dia un segnale forte e faccia capire se è dalla parte dei dipendenti di cassa prestanza o se è dalla parte dell’assetto comunale”.

“Bisogna comprendere che la responsabilità non è solo dei sindaci che si sono susseguiti nel corso degli anni, ma delle intere amministrazioni comunali, che erano a conoscenza della situazione. Se il comune avesse riconosciuto la natura giuridica di cassa prestanza ai tempi, in questo momento non saremmo a questo punto, qualcuno ne deve rispondere nelle sedi opportune”.