L’inchiesta avviata dalla Procura di Lecce nei confronti dell’ex GIP De Benedictis, continua a far emergere nuovi dettagli e a sbrogliare una matassa che giorno dopo giorno diventa sempre più contorta. Non c’erano solo regali per il giudice, ma anche per alcuni dipendenti del Tribunale di Bari; un sistema che permetteva di fare assegnare il fascicolo al “magistrato giusto”.

Oltre a De Benedictis e a Chiarello, si aggiungo nuovi protagonisti alla vicenda, questa volta da ricercare all’interno del personale che ruota attorno agli uffici. Tra questi: carabinieri, cancellieri, avvocati. E anche, dirigenti sanitari e politici, che incontravano il magistrato in bar, aree di sosta, ristoranti. Un comportamento con condotte penalmente rilevanti e atteggiamenti quantomeno inopportuni.

Tra le persone coinvolte nella vicenda spunta il nome del carabiniere Nicola Soriano, un uomo che si “metteva sempre a disposizione”. Tra le prove a suo carico c’è l’intercettazione della telefonata avvenuta il 15 febbraio. Durante la conversazione il carabiniere e l’impiegata discutono sulla consegna di un regalo giunto da parte di un imprenditore del settore dei carburanti, il quale aveva bisogno di un favore per un procedimento; procedimento da fare assegnare a De Benedictis.

Da altre intercettazioni, invece, si evince come alcuni cancellieri potrebbero aver fatto dei favori ad alcuni penalisti per il deposito di istanze che poi sarebbero finite sulla giusta scrivania.

Consegnare l’istanza all’impiegato giusto avrebbe permesso di farla arrivare nelle mani di De Benedictis. Stesso discorso per le richieste di liberazione depositate solo se sarebbero finite nelle mani di De Benedictis, specificando che sarebbero state ritirate se fossero state assegnate ad altri. Molto spesso questo non accadeva e l’assegnazione di tali istanze ad altri GIP comportava il rigetto immediato. Le indagini della procura di Lecce sono ancora in corso.