Dopo il lungo interrogatorio, durante il quale De Benedictis avrebbe fatto parecchi nomi, spuntano conferme sul fatto che il “sistema”, fatto di tangenti e regali per far scarcerare i boss, andava avanti da ormai 10 anni. L’ex gip è tutt’ora agli arresti per corruzione e per detenzione illegale di armi.

Le accuse sono estratte dalle confessioni di Matteo Tulimiero e Vito De Felice, entrambi pentiti, appartenenti rispettivamente al clan Parisi-Palermiti e al clan Strisciuglio.

Già da tempo la criminalità organizzata sapeva che affidarsi a certi avvocati, che avevano a loro volta buoni rapporti con De Benedictis o altri magistrati, era un metodo certo per avere i domiciliari o lo sconto di pena.

I racconti trovano conferme nelle confessioni di un altro pentito, Domenico Milella, l’ex braccio destro del boss Eugenio Palermiti. “8 anni fa io ero ancora un ragazzo e già sapevo che De Benedictis prendeva le mazzette – racconta -. Bastava rivolgersi ad un avvocato di Altamura o ad altri avvocati di Bari e di Foggia”.

Sono diverse le accuse nei confronti di De Benedictis che, se fossero accertate, avrebbero del clamoroso.