Siamo tornati nel “boschetto dell’eroina”, quello in via Oberdan prospicente alla fermata delle Ferrovia Sud Est. Il tappeto di siringhe, nonostante la bonifica tempestiva dopo la nostra agghiacciante denuncia, è tornato a formarsi. Siringhe e fazzoletti sporchi di sangue sono il segno distintivo del passaggio di qualcuno che passa la sua vita a bucarsi.

Il boschetto, però, non è solo meta dei tossici. Abbiamo infatti incontrato un uomo che di solito si reca nello spazio verde per espletare i suoi bisogni. “Non ci fanno andare in bagno nei bar e quindi ne approfitto”.

L’uomo dice di essere completamente estraneo a ciò che succede nel boschetto, ma ciò che sottolinea ci ha fatto rimanere esterrefatti. “Dovrebbero dare dei luoghi ai tossici dove possono drogarsi tranquillamente senza lasciare le siringhe per terra”.

Abbiamo nuovamente avvisato il personale delle FSE affinché venga fatta un’altra operazione di bonifica, la stessa che ha riguardato il boschetto, ma anche le locomotive usate come dormitorio da clochard e tossicodipendenti.