Il rumore che si sente nel video è la mia testa che batte violentemente contro l’autobus in arrivo al capolinea di piazza Moro, a Bari. Solo la prontezza di riflessi dell’autista ha evitato il peggio. Il video non rende appieno il gravissimo episodio, soprattutto perché non documenta adeguatamente ciò che è successo prima del parapiglia.

Eravamo andati in stazione per la nostra inchiesta sull’Amtab, la municipalizzata del trasporto pubblico. Il soggetto delle nostre riprese erano i mezzi pubblici, immancabile scenografia. Dall’interno di un mezzo in lontananza, per diversi minuti, ci è stato reso impossibile il nostro lavoro.

Alcuni passeggeri, dei quali ignoravamo l’identità, hanno iniziato a insultarci urlando il mio nome. A nulla è servito chiedere silenzio. A quel punto ci siamo avvicinati al mezzo per parlare con loro, per spiegargli che quello è il nostro lavoro.

Un uomo, apparentemente estraneo ai fatti, si è subito scagliato contro di me, spingendomi con violenza in direzione del parcheggio dei bus, dove proprio in quel momento arrivava un mezzo. L’impatto è stato violento, ma a parte un mal di testa e lo shock, è andata bene. Tutta l’allegra comitiva era senza biglietto e tornava dal centro di Bari al quartiere San Paolo sul numero 3. Una delle linee più calde dell’intera città.

Fare giornalismo di strada sta diventando molto rischioso, dovremmo appiattirci alle comuni veline per evitare il peggio. Non avevamo nessuna intenzione di attaccare briga con nessuno, avremmo dovuto alzare i tacchi e consentire a quei quattro bulletti di mandare all’aria il nostro lavoro.