In Puglia, così come in tutta Italia, le persone vulnerabili perché portatrici di disabilità e i loro familiari, i cosiddetti caregiver, rientrano tra le categorie prioritarie per la somministrazione dei vaccini. Non è così per Felice, ragazzo di 23 anni originario di Bisceglie e affetto da disabilità, che non ha ancora ricevuto la prima dose.

“È una situazione strana perché vedo tanti ragazzi come me che hanno già completato il ciclo della vaccinazione mentre io, ad ora, non sono stato chiamato nemmeno per la prima dose” racconta amareggiato.

“Quando ho saputo che c’era la possibilità di ricevere il vaccino – spiega – mi sono subito rivolto all’hub di Bisceglie, ma loro mi hanno detto di contattare il medico di base. Mentre ai miei genitori, nonostante i vari tentativi, è sempre stato detto che le somministrazioni erano riservate ai familiari di ragazzi minori di 16 anni con disabilità. Loro, però, fortunatamente sono riusciti a vaccinarsi qualche giorno fa, ma per motivi anagrafici”.

Anche dopo aver consultato il suo medico di famiglia, Felice non ha ottenuto risposte certe ma solo continui rinvii: “Ho contattato più volte il mio medico; la prima intorno al 24 marzo quando mi è stato detto di richiamare dopo Pasqua. Ci sono state altre due chiamate, ma la risposta è sempre stata la stessa: le dosi non ci sono, riaggiorniamoci agli inizi di giugno” conclude, lasciando trapelare delusione dalla sua voce.

Felice non si spiega il motivo di questo comportamento, ma nel frattempo continua a concentrarsi sui suoi studi; frequenta scienze politiche all’università ed è prossimo alla laurea.

La situazione è paradossale e, ancora una volta, durante questa pandemia, emergono le criticità dell’organizzazione italiana. Ci auguriamo che, al più presto, chi di competenza contatti Felice per la vaccinazione che gli spetta di diritto perché non è possibile giocare ancora sulla pelle dei più fragili.