Michele Mazzarano, consigliere regionale pugliese del Pd ed ex assessore allo Sviluppo economico, accusato di corruzione elettorale, è stato condannato a 9 mesi di reclusione.

Ad emettere la sentenza è stato il giudice monocratico del Tribunale di Taranto, Paola D’Amico. Il caso, diventato poi mediatico, è emerso da un servizio di Striscia la Notizia.

La stessa condanna è stata inflitta ad Emilio Pastore, l’uomo che denunciò alla trasmissione televisiva il presunto scambio di favori durante la campagna elettorale del 2015.

Secondo la tesi dell’accusa, guidata dal procuratore Maurizio Carbone, Michele Mazzarano, candidato alle regionali del 2015, avrebbe promesso l’assunzione di due figli di Pastore in una ditta privata. Il tutto in cambio di voti.

Pastore, quindi, avrebbe concesso a Mazzarano un locale di sua proprietà, utilizzato come comitato elettorale. Stando alle ipotesi investigative, l’ex assessore avrebbe effettivamente favorito l’assunzione di uno dei due figli di Pastore presso la ditta Ecologica spa. Il consigliere del PD ha sempre respinto le accuse.