Continua a complicarsi sempre di più la posizione dell’ex GIP De Benedictis. Nel 2010, l’allora giudice era stato arrestato per detenzione illegale di armi. La condanna fu sancita in Appello e poi ribalta in Cassazione. In quella occasione il giudice dichiarò che l’arsenale ritrovato appartenevano a suo zio, un ufficiale della marina durante la Prima Guerra Mondiale.

Ai tempi del fatto De Benedictis dichiarò di essersi liberato di tutte le armi in suo possesso gettandole in mare durante il periodo di Natale 2010. Stando alle sue dichiarazione il giudice sarebbe partito dal porto di Molfetta e avrebbe buttato a largo l’arsenale. Il tutto da solo.

Queste dichiarazioni, risalenti ad 11 anni fa, sono in netto contrasto con quanto è poi emerso dalle indagini e dagli interrogatori delle scorse settimane. Lo scorso 29 aprile la Polizia Giudiziaria ha rinvenuto un arsenale presso una masseria di Andria di proprietà di  Antonio Tannoia, anche lui in arresto.

A seguito di queste dichiarazioni e dei ritrovamenti la sua posizione risulta ulteriormente aggravata; infatti il 13 maggio De Benedictis ha ricevuto un’ordinanza di custodia cautelare presso il carcere di Lecce. Le dichiarazioni da lui rilasciate all’epoca dei fatti, nel 2010, risultano false.

Giuseppe De Benedictis e il caporal maggiore dell’Esercito Antonio Serafini sono accusati di traffico e detenzione di armi ed esplosivi, anche da guerra, e relativo munizionamento e di ricettazione. Insieme a loro anche il proprietario della masseria Antonio Tannoia.