Tra i presunti complici dell’ex giudice Giuseppe De Benedictis ci sarebbero anche esponenti delle Forze dell’Ordine. All’ex gip, in carcere per corruzione in atti giudiziari insieme all’avvocato barese Giancarlo Chiariello, è stata notificata una seconda ordinanza di custodia cautelare in seguito a rinvenimento di un arsenale di armi da guerra in un casolare di Andria.

Al momento la Procura di Lecce indaga sui pubblici uffici, che hanno consentito al gip e al caporale maggiore dell’Esercito Antonio Serafino di reperire e trasportare le armi, e sugli uomini dei clan dai quali le armi sono state acquistate o per i quali le detenevano.

Nell’ordinanza si evince che “Accanto all’accertamento tecnico è di fondamentale importanza l’accertamento in merito alla provenienza delle armi e alla possibile detenzione per conto di soggetti terzi, orbitanti nell’ambito della criminalità organizzata locale”. Secondo gli inquirenti leccesi l’arsenale non era solo una semplice collezione, ma era detenuto per alcuni pregiudicati.

La particolarità delle armi trovate fa pensare che possano essere provenienti da depositi delle forze dell’ordine. “Tra gli accertamenti da espletare c’è anche la possibile sottrazione all’Esercito” si evince dall’ordinanza. Tra i militari presunti complici ci sono anche 5 carabinieri che avrebbero fatto da staffetta durante il trasporto delle armi. Su di loro sono in corso le indagini, come anche per altri esponenti dell’Arma legati all’ex giudice.