È partita la caccia ai complici dell’ex gip Giuseppe De Benedictis, arrestato lo scorso 24 aprile per corruzione, ai fini dello scarceramento di alcuni assistiti dell’avvocato penalista Giancarlo Chiarello, anch’egli finito in manette.

Le indagini della Procura di Lecce sono concentrate sull’arsenale da guerra, dal valore di un milione di euro, con tanto di pistole, mitragliatori, silenziatori, cartucce e mine, ritrovato in una botola di quattro metri all’interno di un capanno alle spalle della masseria dell’imprenditore andriese Antonio Tannoia, che ha “scaricato” tutte le colpe sul suo amico di vecchia data.

Secondo il magistrato è però inverosimile che quella stanza segreta sia stata semplicemente concessa all’ex giudice, anzi “le peculiarità strutturali della stanza e la presenza della botola fanno ipotizzare che sia stata predisposta per la custodia del materiale bellico”.

L’arsenale da guerra infatti è stato nascosto in una stanza allestita in fondo alla botola, protetta da porte di ferro, da un sistema d’allarme e da una possente lastra di cemento ricoperta dalla pavimentazione.

Le armi erano già state usate, custodite e pulite con la matricola abrasa o totalmente illeggibile, ma soprattutto erano perfettamente funzionanti. La maggior parte di esse sono di provenienza estera e hanno un enorme valore economico, che ammonta complessivamente a circa un milione di euro, e c’è il forte sospetto che i fornitori fossero esponenti della criminalità organizzata.

Ora bisognerà presto scoprire come, dove, quando e perché queste armi siano state utilizzate e occultate.