Il video amatoriale del “manicomio” in alcune strade della zona Umbertina, al quartiere Madonnella di Bari, ha scatenato mille polemiche nella guerra di sempre tra residenti e gestori dei locali.

Il tutto condito con un pizzico di ipocrisia e una spolverata di Covid. Per carità, quanto basta per aggiungere sale nella minestra, un po’ meno nelle zucche vuote di qualche avventore.

Il fermo immagine scelto da YouTube per quel video ha innescato ulteriori polemiche rispetto a quella iniziale. Ieri sera abbiamo così deciso di andare anche noi prendere un cicchetto e per l’occasione siamo andati al Piccolo Bar, dove Nadia – uno dei titolari – ci aspettava per chiarire qualche controversia.

Una discussione sul Covid, sulla mancanza di alternative per i giovani, sull’abuso di alcol, sull’essere imprenditori in questo maledetto momento. Insomma, un’intervista a tutto campo.

Altra cosa è quanto accaduto fuori dal locale prima e dopo il nostro arrivo. All’inizio gli avventori, alcuni dei quali visibilmente brilli, ci hanno accolto manco fossimo eroi nazionali: applausi, cori, cicchetti, battute e la solita, immancabile domanda: come sta Lello?

Un tripudio che non merita altri commenti, al contrario di quanto successo inaspettatamente quando ormai stavamo ormai lontani dalla calca. Un ragazzo distinto, con giacca, baffetto e occhiali, per intenderci senza tatuaggi, piercing, creste, collane, scarpe improponibili e indumenti bizzarri, ci invita a non riprenderlo.

“Non vi azzardate a riprendermi altrimenti di denuncio”. L’avvertimento è chiaro, di quelli che riceviamo più volte al giorno. Il giovane non contento della rassicurazione, ha continuato a chiedere in modo sempre più perentorio di non voler essere ripreso, cosa che l’esperto operatore aveva già compreso.

Anche la nostra risposta è stata sempre più perentoria – fermo restando che davanti a un invito del genere non avremmo mai potuto mandare in onda l’immagine di quel ragazzi – fino a quando in maniera del tutto inaspettata, il soggetto non ha deciso di scagliarsi contro la telecamera, danneggiando l’obiettivo e il faretto.

Come si può facilmente evincere dal video, montato volutamente in ordine cronologico, si può capire perfettamente cosa è successo. Non eravamo andati nell’Umbertino per riprendere il baccano, gli assembramenti, la gente senza mascherina, i baci e gli abbracci, ma solo per ascoltare la proprietaria del Piccolo Bar.

Eravamo curiosi di sentire cosa pensasse di questa eterna guerra riesplosa con la zona gialla. Ciò che resta è la considerazione finale: purtroppo per quattro ubriachi forse è tutto perso e non si potrà mai trovare un compromesso accettabile. Intanto i controlli latitano – nonostante arrivi di tanto in tanto qualche numero sulle sanzioni – e l’amministrazione comunale nicchia ancora. Cin cin a tutti.