Il fascicolo aperto dalla Procura di Bari sul covid hospital realizzato a tempo di record in Fiera, ma dal costo raddoppiato rispetto a 9 milioni di euro previsti inizialmente, inizia a produrre i primi risultati. Si tratta, come già abbiamo scritto, di un fascicolo al momento solo conoscitivo e senza indagati, ma dai primi accertamenti sul nuovo “monumento all’improvvisazione”, come è stato definito dagli esponenti di Fratelli d’Italia, qualcosa di anomalo è già spuntato.

“Preliminari criticità” le ha definite dalla Guardia di Finanza, sulla base per ora dei soli documenti reperibili online, già partire dall’invito inviato alle aziende a partecipare, pubblicato ai primi di novembre e con scadenza dei termini il 18 del mese stesso. Il Dipartimento di Protezione Civile della Puglia avrebbe inviato agli inquirenti un rapporto per spiegare come sia stato possibile passare da 9 a a 21 milioni di euro iva inclusa anche se, a quanto pare, non sarebbe ancora nelle mani di Procura e Fiamme Gialle.

Tra le carte più interessanti ci sarebbe la richiesta di manutenzione straordinaria sulle strutture avanzata dal Policlinico quando i lavori erano praticamente conclusi, manutenzione ritenuta necessaria dalla Protezione Civile, qualcosa come oltre 2 milioni di euro quando al programmato avvio dell’ospedale secondo il bando mancava davvero poco, poi le cose sono andate diversamente.

Altri 5 milioni deriverebbero dal consolidamento statico dei padiglioni selezionati per allestire il covid hospital, consolidamento diventato immediatamente terreno di scontro politico e sui cui sempre Fratelli d’Italia ha chiesto spiegazioni. Nel calderone delle spese sono finiti l’acquisto di 28 letti e 156 monitor multiparametrici per le terapie intensive, gli impianti di climatizzazione e gli arredi che erano necessari all’allestimento delle terapie intensive. L’elenco delle spese non finisce qui, ma l’indagine è ancora solo all’inizio.