L’equipaggio di un’ambulanza India del 118 l’altro giorno è intervenuto in una casa nel quartiere Japigia, a Bari; sul posto una squadra di medici Usca che aveva richiesto l’intervento per trasportare in ospedale una donna di 40 anni positiva al covid. Una volta prelevata, con l’intervento iniziato poco dopo mezzogiorno, su indicazione della Centrale operativa l’ambulanza si è diretta al Pronto Soccorso dell’ospedale San Paolo, dove è giunta verso le 13.

All’arrivo, secondo quanto ne sappiamo, non c’erano altri mezzi di soccorso in attesa; ciò nonostante, un infermiere del reparto avrebbe fatto intendere chiaramente che non avevano posti disponibili, c’era da aspettare e così ha avuto inizio la trafila.

Dopo un paio d’ore, con l’ambulanza ferma e la donna attaccata alla bombola di ossigeno, è arrivata una macchina privata con a bordo un’altra persona positiva, che è stata fatta subito entrare in ospedale. Nel giro di un’oretta anche l’ambulanza 118 della “Postazione San Paolo”, che sede proprio dentro l’ospedale, è tornata con un paziente a bordo e si messa in attesa di poter sbarellare.

Dopo ormai quattro ore, verso le 17, col primo equipaggio arrivato ormai in servizio dalla mattina, la tensione è iniziata a salire, vuoi per la fame, per la necessità di andare in bagno, vuoi perché anche la donna, sofferente, si era stancata di aspettare. Fatto sta che dal Pronto Soccorso non sarebbe uscito nessuno a visitare la paziente, la cui saturazione nel frattempo era scesa di poco sotto 90.

A quel punto dall’ambulanza hanno chiamato i Carabinieri, che però hanno dirottato la telefonata sul commissariato di Polizia più vicino. La riposta che l’agente in servizio avrebbe dato all’operatore è stata disarmante: “Se nessuno può venire a prenderla e la signora vuole tornare a casa, chiamate un taxi”, cosa impensabile data la sua positività al coronavirus.

Per altro, essendo il marito contagiato, anche lui non poteva uscire per nessun motivo, pena una denuncia. Alla fine, dopo aver passato quasi sei ore ad aspettare, con la donna esausta dall’attesa in ambulanza, previa autorizzazione dalla Centrale operativa, l’ambulanza ha riportato la paziente a casa.