Un’ora e mezza per riuscire a parlare con la Centrale operativa del 118. A raccontare l’ennesimo importante disservizio in merito al servizio di emergenza-urgenza è il medico e sindacalista proprio in forze al 118 Francesco Papappicco dalla sua pagina facebook. Un lungo post corredato dagli screenshot del cellulare di servizio, quello con cui chiama la centrale sulla linea telefonica di servizio, le cui conversazioni vengono automaticamente registrate per ovvi motivi di servizio.

Il problema delle comunicazioni tra mezzi di soccorso e Centrale operativa non è nuovo, anzi, ma da quando è scoppiata la pandemia del coronavirus, la cosa è notevolmente peggiorata. Il sistema, ormai, si regge sull’abnegazione e sulla professionalità di chi ci mette anima e corpo per il bene dei pazienti. Ecco cosa scrive Papappicco.

La fascia d’età per ricoveri urgenti in Covid si è ulteriormente abbassata. Solo ieri, tra gli altri, un 46enne e una 52enne in pessime condizioni. Ai disagi e disservizi incancreniti ormai denunciati da oltre un anno, un’altra metastasi sta ammorbando il servizio 118. Da qualche mese la Centrale Operativa del 118 di Bari non risponde agli equipaggi sul territorio.

Non metto in dubbio il sovraccarico di lavoro ma proprio per questo mi rincresce rimarcare ancora una volta l’assoluta mancanza di provvedimenti “straordinari” atti a porre rimedio al problema. È stato suggerito di aggiungere personale dedicato specificamente alle comunicazioni della movimentazione mezzi di soccorso in missione, senza risultati. Si definisce Centrale Operativa e non Call Center proprio per le prerogative che dovrebbero contraddistinguerla nel supporto comunicativo-operativo continuo a utenti ed equipaggi.

Invece accade che se ti va bene e arriva l’alert sul tablet (altra lotteria!) ti mandano ovunque e da quel momento in poi te la canti e te la suoni come meglio sai e riesci a fare. Inutile narrare decine e decine di episodi, tutti documentati e agli atti, di chiamate senza risposta. Valga per tutti, l’ultimo di ieri.

Rientrati da codice rosso Covid cerco invano di comunicare i dati, chiudere la missione e rendere operativo l’equipaggio. Premesso che i nostri cellulari 118 vengono automaticamente riconosciuti in centrale come “postazione X” ha inizio una serie di
tentativi durati un’ora e mezza circa. Le sole chiamate in centrale con durata registrata, partono dalle 10.32 fino alle 12.04.

 

Nel frattempo giunge in postazione, come spesso accade, un 50enne con dolore al petto. Lo valutiamo in ambulanza, ha una crisi ipertensiva, va fatto anche un ecg, iniziamo a trattarlo. Pur potendo valutare il tracciato in anticipo, non possiamo aprire l’evento, non avendo il numero di missione da poter inviare anche alla centrale di Telecardiologia per il referto ufficiale. Non potremmo teoricamente neanche muoverci per trasferirlo eventualmente in Pronto Soccorso senza numero di registrazione. Siamo fantasmi che continuano a operare però, e alla gente che sta male, giustamente, poco importa se sei bloccato e nessuno ti risponde. Figurarsi una situazione di emergenza! – un incidente, un infarto, un ferito da arma, un incendio… come attivare un Hub, forze dell’ordine, vigili del fuoco, richiedere supporto di altri equipaggi…

Testimoni una decina di persone, decido di chiamare i Carabinieri. Al 112 (chiamata registrata) illustro la situazione in cui ci troviamo e chiedo di contattare tramite il loro canale la Centrale Operativa del 118. Altri 8 minuti di attesa. Chiamata risolutiva. Quando finalmente dopo un’ora e tre quarti riesco a parlare, mi ritrovo dall’altra parte un’operatrice che mi fa – dottore, se avevi problemi a contattarci, potevi chiamare il “numero bianco”! Anche Giobbe avrebbe perso la proverbiale biblica pazienza.

Ora, o sei una incompetente arrogante irresponsabile faccia tosta o pensi davvero che dall’altra parte del telefono ci sia una massa di idioti pronti ad apprezzare la tua professionalità, a compatirti per l’enorme carico di lavoro che solo tu stai sostenendo e proni a farsi prendere per le terga perché hai proposto l’alternativa di un fantomatico “numero bianco” da Nobel.

Ti dico io invece come funziona la cosa. Io ti chiamo dal telefono 118 su linea registrata, tu mi rispondi immediatamente e mi ascolti, poi volente o nolente mi supporti, perché è tuo dovere inderogabile farlo e se hai tu problemi di sorta lo fai presente ai tuoi dirigenti e risolvete la cosa, se siete in grado di farlo. Non ho da chiamare nessun “numero bianco” posto che se tu avessi un operatore che risponde a questo, ti chiederei perché non lo metti alla movimentazione mezzi o a rispondere alle urgenze sui numeri canonici.

So che, armata di quella retorica balorda da “posto fisso” inamovibile penserai che ho scoperto l’acqua calda, che tutto va a rotoli perché è colpa del sistema, dei politici, degli altri, sempre e comunque, ma impara questo! “ciò che contraddistingue le menti veramente originali non è l’essere i primi a vedere qualcosa di nuovo, ma il vedere come nuovo ciò che è vecchio, conosciuto da sempre, visto e trascurato da tutti”