Si trasferisce a Genova insieme alla moglie per stare accanto alla figlia neonata ricoverata in Rianimazione al Gaslini, ma in azienda alcuni sindacalisti – se così possono definirsi – lo accusano di truffare i colleghi ai quali Fiom Cgil, Fim Cisl avevano chiesto un aiuto economico nel periodo più duro della sua vita. Protagonista della vicenda è Livio, operaio della Bosch di Bari.

Un dramma nel dramma vissuto insieme a sua moglie Anna e alla piccola Mariapia, nata con una ipoplasia dell’arco aortico e coartazione dell’aorta, già diagnosticato in epoca fetale. Patologia che ha reso necessario un delicato intervento chirurgico e adesso una lunghissima riabilitazione. Una storia di grande solidarietà da un lato, ma anche di profonda amarezza dall’altro. La testimonianza palese del livello di meschinità e pochezza raggiunto da alcuni sindacalisti.

La storia inizia cinque mesi fa, durante la gravidanza di Anna. Al feto viene diagnosticata la patologia, grave al punto che l’unica speranza di sopravvivenza è far nascere Mariapia all’ospedale Gaslini di Genova. Livio il primo febbraio scorso si trasferisce in Liguria per stare accanto a sua moglie. Sapere di poter perdere la piccola appena nata è uno strazio, nessuna gioia per i giovani genitori in attesa del loro primo figlio.

Ma facciamo un passo indietro. Livio, cdp della Fiom Cgil, chiede aiuto all’azienda, che lascia la patata bollente ai sindacati. A questo punto i sindacati chiedono aiuto ai poco meno di 2000 lavoratori dello stabilimento Bosch. Si tratta di donare alcune l’equivalente economico delle ore di ferie che ognuno ritiene di dover dedicare al collega in difficoltà. Non è la prima volta che nello stesso modo si aiutava un operaio. Lo stesso Livio in passato aveva donato alcune ore ad alcuni colleghi bisognosi di tempo, soldi e tranquillità. Un gesto nobilissimo sporcato dalla Uilm, che in bacheca pubblica un comunicato da voltastomaco. In sostanza, i sindacalisti aziendali dicono di non voler aderire alla singola iniziativa, ma di preferire l’apertura di un tavolo in cui discutere come regolare questo tipo di situazioni.

Livio ha la “colpa”, sempre secondo la Uilm, di essere il cugino di un Rsu della Bosch. Della questione viene interpellato il segretario provinciale della Uilm, Riccardo Falcetta, che striglia i suoi e dopo poche ore il vergognoso comunicato sparisce dalla bacheca. La becera strumentalizzazione sindacale, seppure non nero su bianco, coinvolge anche l’Ugl metalmeccanici, inizialmente restia a partecipare per evitare di apparire filo Cgil.

In azienda si scatena uno vergognoso chiacchiericcio, mentre al Gaslini la piccola Mariapia resta aggrappata alla vita con tutte le sue forze. Un miracolo. Tra le cattiverie fatte circolare nei corridoi della Bosch ce n’è una che fa rabbrividire: “La storia della figlia di Livio non è vera, ha messo in piedi una truffa per racimolare soldi”. La notizia arriva a Genova. Livio viene bersagliato di telefonate. Colleghi che avevano già donato e altri in procinto di farlo, chiedono se la cosa fosse vera, umiliando l’operaio in un momento drammatico.

“Il Gaslini è un ospedale pubblico – dice qualcuno – non ha bisogno di soldi”, come se vivere a Genova, dover comunque provvedere a se stessi e alle esigenze di moglie e figlia, non abbia un costo e per di più particolarmente impegnativo. La famiglia della coppia li sostiene, ma serve aiuto. La raccolta a sostegno di Livio e dalla sua famiglia terminerà il prossimo 12 marzo.

Abbiamo provato a sentite l’operaio per avere conferme alle notizie apprese da fonti aziendali. “Io e mia moglie ringraziamo dal profondo del cuore tutti i colleghi che hanno voluto darci una mano, è un gesto che non dimenticheremo mai – dice commosso -. Per quanto riguarda il deplorevole comportamento di alcuni sindacalisti, a breve sarà pubblicato un comunicato per esprimere la mia posizione e quella del sindaco che rappresento. Voglio solo dire che nessuno può permettersi di strumentalizzare la vita di mia figlia e il dolore della nostra famiglia per fare campagne sindacali di qualunque tipo”.