Nella giornata di ieri, la Polizia di Stato ha eseguito gli ordini di carcerazione emessi dalla Corte di Appello di Bari a carico di quattro componenti di un’associazione per delinquere che, tra il 2015 ed il 2016, aveva commesso ben 69 rapine in danno di supermercati ed altri esercizi commerciali siti in Bari e provincia.

Il gruppo aveva adottato una precisa e metodica strategia nell’esecuzione dei colpi: poche ore prima di ogni singola rapina, venivano rubate delle autovetture Fiat Uno vecchio modello, per poi abbandonarle in luoghi isolati ove venivano date alle fiamme per cancellare ogni traccia.

Il capo della banda, identificato in Gaetano Fornarelli, reclutava personalmente i componenti del gruppo che, colpo dopo colpo, hanno rapinato supermercati, tabaccherie, farmacie, distributori di carburanti ed altre attività commerciali di Bari e dei comuni limitrofi.

Nell’agosto 2017, grazie ad una mirata attività investigativa condotta dalla Sezione Contrasto al Crimine Diffuso della Squadra Mobile, la Sezione G.I.P del Tribunale di Bari, su richiesta della Procura della Repubblica, aveva emesso un’ordinanza di custodia cautelare in carcere a carico di 9 componenti della banda, di cui 7 italiani e 2 di nazionalità albanese.

Particolarmente cruente le modalità esecutive di alcune delle rapine messe a segno dal gruppo. Durante l’assalto ad un supermercato del capoluogo, i rapinatori non si sono fatti scrupoli nel percuotere a calci e pugni una madre di fronte ad i propri figli solo per impossessarsi della propria borsa.

La Corte di Appello di Bari ha irrogato una pena di 14 anni e 8 mesi di reclusione con la multa di 8600 euro a Gaetano Fornarelli, quarantenne barese a capo dell’associazione di rapinatori. Sono 11 gli anni per il complice, Ettore D’Ambrosio, di anni 40, ritenuto personalmente responsabile di 14 rapine commesse tra il mese di ottobre 2015 ed il mese di giugno 2016.

Ad altri due complici, Antonello Attanasio, di anni 40 e Nicola Valerio, di anni 30, sono stati irrogati, rispettivamente 8 e 5 anni di reclusione. A renderlo noto è l’Ufficio Stampa della Polizia.