“Sabato 9 gennaio ho pagato come ogni mese la struttura con un assegno postale, non potendo entrare per le norme anti covid ho chiesto notizie di mamma e mi è stato detto che stava bene; l’11 gennaio mi hanno chiamato dall’amministrazione per dirmi che non c’era più”. Arresto cardiocircolatorio, questo c’è scritto chiaramente sul referto, i dubbi di Michele però restano.

Come tanti anziani, mamma Maria era ospite di una rssa nel Barese: “Non potendo più entrare per il covid, quando possibile ci facevano fare una video chiamata – racconta, riferendosi al personale della struttura -. Il 18 dicembre mi ha chiamato il direttore sanitario per dire che non stava bene, sono andato di corsa e me l’hanno fatta vedere da lontano, l’ho trovata molto dimagrita. Prima del covid andava mia suocera ogni sera a imboccarla e stava bene”.

“Con il covid ha perso peso – ricorda Michele -, l’ho fatta ricoverare al Miuli e l’hanno ripresa, stava bene, dopo di che questa notizia. Il focolaio esploso in questi giorni mi ha fatto venire i dubbi; senza accusare nessuno vorrei capire. Non ci dormo la notte, adesso voglio delle risposte. Se mi avessero chiamato in tempo magari l’avrei fatta ricoverare”.

“Voglio lottare perché in queste strutture ci siano le telecamere; queste strutture ci devono essere, senza queste strutture molte persone non possono essere curate, così come io non potevo curare mamma – sottolinea -, però dobbiamo lottare affinché ci sia una legge specifica per le telecamere in queste strutture e con personale specializzato”.