Alla fine anche Antonio Decaro si è rotto le p…scatole: “Signora mi trova tutti i giorni al Comune e tutti i martedì faccio ricevimento. La aspetto. Ci vedremo anche se non viene lei perché con questo post dovrà venire in tribunale a spiegare quello che ha scritto. Non pensi che cancellando il post eviterà di incontrarmi in tribunale. Lo ho salvato”.

Cos’è che mandato su tutte le furie l’esponente del Pd lanciato verso un posto da ministro nel futuro Governo Draghi? Ieri era la Giornata dei calzini spaiati, simbolo di accoglienza e integrazione, concetto che ha alla base l’idea di diversità, appunto. Sotto lo foto postata da Decaro, tra i circa mille commenti, ne è comparso uno che lo ha mandato fuori dai gangheri.

La discussione era virata verso la manifestazione di ristoratori, artisti e partite iva: “Questi non pensano a noi – scrive la donna – pensano solo ai clandestini e le loro tasche vogliono un sacco di mazzate. Sono odiosi si comprano voti le mazzette che danno per essere votati e lo sappiamo la gente canta Noi abbiamo attività chiuse da un anno non lavoriamo da un anno e questo pensa ai calzini a togliere le panchine mai lo devo trovare Decaro davanti ai cog****i”.

A stretto giro è arrivata risposta dell’interessato, che a scanso di equivoci, una volta sparito il post accusatorio, ha pubblicato lo screenshot acquisito in vista della causa e ha poi aggiunto: “Questo non è un luogo virtuale dove ognuno può accusare chiunque di ogni nefandezza. Il risarcimento per la diffamazione lo devolveremo all’associazione delle famiglie dei bambini autistici”.