Nel processo che si sta celebrando a Bari per i decessi nella così detta “palazzina della morte” in via Archimede 16 a Japaiga, altri sei inquilini hanno chiesto di costituirsi parti civili. La viceda è quella dello stabile dove in tantissimi hanno contratto neoplasie rare, provocate secondo la Procura dai roghi nell’ex discarica comunale Caldarola. L’unico imputato è l’ex sindaco di Bari, oggi 85enne, Francesco De Lucia.

La Procura contesta all’ex sindaco, difeso dagli avvocati Gianluca De Lucia e Dario D’Innella, di aver firmato nel 1982 l’ordinanza con la quale «requisiva e assegnava gli alloggi, omettendo ogni controllo sulla mancanza di abitabilità dello stabile», costruito «in un sito ad alto e noto inquinamento ambientale».

Il pm Baldo Pisani ha modificato il capo di imputazione, aggiungendo quello di lesioni alla contestazione di morte come conseguenza di altro delitto. Nella palazzina 29 inquilini si sono ammalati e 16 di loro sono deceduti, negli anni tra il 1998 e il 2019. A novembre l’ex sindaco è stato rinviato a giudizio per 5 decessi verificatisi tra il 2016 e il 2019, prosciolto invece dall’accusa di aver indirettamente contribuito alla morte degli altri 11 inquilini, quei fatti sono ormai prescritti.

Era stata ammessa la costituzione come parte civile di cinque familiari di tre vittime, assistiti dagli avvocati Michele Laforgia e Stefano Starita, mentre era stata rigettata quella dei sei inquilini, che con la modifica dell’imputazione sono tornati presentare richiesta. Il processo è stato aggiornato al 24 maggio.