“Per il mio ristorante, il mio sogno, la mia attività sono disposto a vendermi un rene o tutto quello che serve per non far vincere lo Stato”. Francesco Lalario nella sua Osteria Dalì ci ha messo tutto. Non solo la passione per la cucina, ma anche tutti i suoi sacrifici.

“Mai avrei pensato di chiudere dopo 3 giorni dall’inaugurazione”. Sì perché Francesco ha aperto il suo ristorante a Poggiofranco il 6 marzo 2020 a pochi giorni dall’inizio del lockdown. “Non avendo potuto fornire il fatturato del 2019 non ho potuto ottenere i ristori. Non ho neanche percepito i 600 euro destinati alle partite Iva perché l’ho aperta a fine febbraio 2020”.

Francesco non ha avuto nessun aiuto né dalla Regione e né dallo Stato. “Per poter far avverare il mio sogno ho chiesto un mutuo. Ho realizzato il locale rispettando tutte le norme e ho investito anche in una cucina di ultima generazione. Sono indietro con il pagamento dell’affitto, dei fornitori e delle bollette che nonostante siamo chiusi arrivano comunque. Ho chiesto anche informazioni sul credito di imposta, ma alla fine non mi conviene perché perderei dagli 8 ai 10mila euro. I miei dipendenti hanno preso la cassa integrazione di novembre all’inizio di febbraio”.

“Pensavo di vivere in una città, in una Regione, in un Paese che tutelasse i lavoratori, ma non è così. Non hanno mai preso in mano la situazione che sto vivendo io come altri, sono stato abbandonato”.

“Stiamo sempre con la speranza del cambio di colore. Fino all’altro giorno pregavo affinché diventassimo gialli e appena saputo del passaggio mi sono attivato. Ho chiamato i fornitori che purtroppo non fanno più credito a nessuno, ma bisogna ripartire in qualche modo. A me non interessa avere i soldi dallo Stato – conclude Francesco -, non mi interessa che mi riducono i coperti al minimo, io voglio lavorare. Voglio tornare a riavere la dignità lavorativa per me stesso”.