La Corte di Assise di Appello di Bari ha confermato la condanna a 22 anni di reclusione nei confronti del 34enne barese Marco Basile, imputato di omicidio volontario e occultamento del cadavere dell’ex compagna, la 48enne Donata De Bello, il cui corpo fu trovato il 13 luglio 2017 nella casa al quartiere Madonnella di Bari dove la coppia aveva convissuto.

Il corpo, che presentava ferite di arma da taglio, fu trovato chiuso in un armadio nella camera da letto, avvolto in un cellophane e poi in un tappeto e legato con delle corde. Stando alla ricostruzione accusatoria, condivisa dai giudici, Basile avrebbe ucciso la ex compagna al termine di un violento litigio, culminato con una coltellata alla giugulare.

I difensori dell’imputato, gli avvocati Stefano Remine e Massimo Guarini, hanno sempre sostenuto che era la vittima ad impugnare il coltello e che quindi si sarebbe trattato di un fatto accidentale.

Il cadavere fu trovato il giorno dopo la morte, dopo la segnalazione del padre dell’imputato che si era insospettito per i comportamenti del figlio, detenuto da allora, e decise di rivolgersi alle forze dell’ordine. Nel processo si sono costituiti parte civile i quattro fratelli e l’ex marito con il figlio minorenne della vittima, rappresentati dagli avvocati Nicola Quaranta, Giuseppina Maritato, Pasquale Loseto e Maria Cristina Iandolo, che già in primo grado avevano ottenuto il risarcimento dei danni.