Il coronavirus sta mostrando il lato peggiore dell’uomo. Se da un lato ci sono stati dei casi in cui qualcuno ha celato la propria positività mettendo a rischio gli altri, dall’altro si è scatenata la caccia alle streghe e, peggio ancora, la discriminazione nei confronti di chi, seppur guarito, ha contratto la malattia.

La paura di essere contagiati è tanta, ma spesso capita che il timore sia riversato nei confronti di chi ha sconfitto il coronavirus e non riguardo altre persone le cui condizioni di salute non sono accertate e possono essere probabili asintomatici.

Tutto ciò è capitato a due bambini del barese. Entrambi sono stati positivi per un mese intero insieme a tutta la famiglia e attendevano con ansia il giorno in cui si sarebbero negativizzati per tornare ad incontrarsi, con tutte le precauzioni possibili, con qualche amichetto.

Quel giorno è finalmente arrivato, ma purtroppo l’ignoranza ha vinto. “Durante l’isolamento – racconta la mamma dei due bambini al centro del racconto – mi chiedevano se, una volta negativizzati, potevano incontrarsi con gli amici. Ovviamente dicevo di sì perché non avrei mai pensato che potesse accadere quello che è successo. A tutti gli inviti che hanno fatto, gli amici hanno risposto prima che non potevano e poi che si sarebbero visti dopo le feste di Natale. Entrambi ci sono rimasti male, ma io cercavo di stemperare dicendo che sicuramente ben presto si sarebbero visti e che al momento non si incontravano con altri amici per evitare un contagio. E invece no. L’innocenza dei bambini porta a dire la verità e così, durante una videochiamata di gruppo, i miei figli hanno scoperto che i loro amici si sono incontrati tra loro. Sono stati discriminati – sottolinea la mamma – perché hanno avuto il coronavirus, non c’è altra spiegazione e questo fa davvero male”.

Una scoperta che li ha fatti stare male tanto da spingere la mamma a pubblicare un post di sfogo sui social. “C’è gente che è coerente ed evita qualsiasi uscita o posto pur di non contrarre il covid, ma quello che mi fa rabbia e che ci sono persone che credendo nell’esistenza del coronavirus solo quando vogliono loro. Non mi interessa se uno la pensa in un modo o nell’altro – conclude delusa la mamma – mi cambia solo quando sono i miei figli a patire”. I due piccoli hanno dovuto fare troppo presto i conti con una realtà cattiva e incoerente.