Il coronavirus e le misure precauzionali varate via via a partire dal Governo in giù, fino alle amministrazioni locali, hanno costretto a riorganizzare la vita di tutti giorni. Uno dei settori più complessi si è rivelato essere quello della scuola; le ordinanze del presidente Emiliano, in Puglia, con la facoltà di scegliere tra lezioni a distanza o in presenza a discrezione dei genitori, ha reso tutto ancora più difficile. Da una parte gli istituti, costretti a confrontarsi anche con esigenze tecniche, dall’altra mamme e papà, dall’altra ancora il corpo docenti e tutto il personale. Una delicata quadratura del cerchio da raggiungere per tutti. Da mesi raccontiamo singoli episodi, di cui veniamo a conoscenza come testata giornalistica, affinché tramite il giornale si possano mettere a confronto esperienze diverse per il bene di ognuno, primo fra tutti quello degli studenti.

Valentina Lattarulo e Vincenzo Monno, genitori di una bimba di 7 anni che frequenta la seconda elementare (come si chiamava ai tempi nostri) del plesso Villa Durante (Ist. Comp. Fraccacreta di Bari Palese) l’11 gennaio hanno scritto una lunga lettera, indirizzata tra gli altri al ministro per la Pubblica Istruzione.

«In data odierna – scrivono nella lettera che potete leggere nella galleria fotografica allegata all’articolo – nostra figlia non è stata accettata a scuola con didattica in presenza. In data 05/01/21, l’Ordinanza Regionale nr. 1 prevedeva la didattica a distanza per il 100% degli alunni di scuola primaria. Al tempo stesso al punto 2 dichiarava che “Le medesime Istituzioni Scolastiche del primo ciclo (scuola primaria e secondaria di primo grado), nell’ambito dell’alleanza del rapporto Scuola-famiglia, devono garantire l’attività didattica in presenza in luogo della didattica digitale integrata, per tutti gli alunni le cui famiglie la richiedano espressamente per i propri figli; tale scelta è esercitata una sola volta e per l’intero periodo di vigenza della presente ordinanza».

«In data 05/01/21 con circolare nr. 143 a – prosegue la lettera – veniva ampiamente dettagliato lo svolgimento della didattica digitale integrata come da precedente Ordinanza. Per quanto riguarda la didattica in presenza la circolare evidenziava solo che “per
oggettive difficoltà organizzative eventuali attività in presenza potrebbero essere espletate con orari di frequenza ridotti e in gruppi trasversali” . In data 06/01/21 veniva richiesto ai genitori, tramite Moduli Google di effettuare una scelta tra didattica digitale integrata o didattica in presenza. Si trattava di effettuare una scelta “al buio” caratterizzata dalla mancanza di informazioni precise e concrete, mai pervenute da parte della scuola e che riportassero le giuste indicazioni per garantire una formazione corretta ed adeguata agli alunni».

«Nella richiesta – aggiungono mamma e papà – i genitori avrebbero dovuto obbligatoriamente accettare:
– “di essere consapevole che l’Istituto provvederà a definire le giornate e il monte ore di frequenza in presenza nei limiti degli obblighi dell’erogazione dell’attività didattica al 100% in modalità digitale e nei limiti dell’orario di servizio dei docenti”
-“in caso di scelte disomogenee da parte dei gruppi classe è doveroso informare che l’Istituto sarà costretto a organizzare la frequenza in presenza con monte ore ridotto e/o in gruppi trasversali e/o ad utilizzare dei criteri selettivi nelle valutazione delle
richieste”».

«Abbiamo deciso di scegliere la didattica digitale – spiegano nella lettera -, attendendo successive comunicazioni già preannunciate che avrebbe chiarito questi dubbi. Il Modulo Google aveva come scadenza le ore 13.30 del 07/01 e oltre tale orario non sarebbe più stato possibile effettuare alcuna scelta. In data 07/01/21 con circolare nr. 149 allegata alla presente, veniva comunicato che le attività in presenza sarebbero state riavviate a partire dal 11/01/21 esclusivamente per le classi che avessero raggiunto il 50% delle adesioni in presenza; conoscendo questo dato prima della scelta, probabilmente lo stesso ci avrebbe rassicurato».

«In data 08/01/21 con circolare nr. 150, veniamo a conoscenza dello svolgimento delle lezioni in presenza con orario regolare e senza alcuna variazione. Successivamente alla pubblicazione della suddetta circolare, abbiamo inviato una PEC all’Istituto (08/01/21) chiedendo la possibilità di effettuare la didattica in presenza al posto di quella digitale, in quanto nostra figlia risulta essere l’unica non presente in classe su un totale di 23 alunni. Alla Pec non è pervenuta alcuna risposta – sostengono ancora Valentina e Vincenzo -, pertanto in data odierna abbiamo dovuto accompagnare nostra figlia a scuola, pensando di aver fatto una buona azione anche per agevolare il lavoro dei docenti in classe. Invece siamo stati costretti ad elemosinare una possibile soluzione in presenza di nostra figlia e rientrare a casa facendole vivere un contesto spiacevole».

«Sappiamo bene di non aver correttamente ottemperato alla richiesta di effettuare una scelta sulla didattica in presenza – sottolineano -, ma come genitori abbiamo avuto timore di non effettuare la giusta scelta per nostra figlia, viste le condizioni da accettare sul Modulo Google; ci aspettavamo, però da parte della scuola un atteggiamento più umano e una maggiore sensibilità per evitare un atto discriminatorio nei confronti della bambina che sta vivendo un disagio e un periodo difficile. Inoltre pensiamo che una didattica omogenea possa essere più redditizia da parte di docenti e alunni e che in alcuni casi il buon senso possa prevalere e superare ogni superfluo ostacolo».

«Pertanto – concludono -, alla luce di quanto sopra esposto, richiediamo espressamente all’Istituto Scolastico la motivazione della mancata accettazione dell’alunna e il suo urgente reintegro in presenza, considerato anche il disagio psicologico ed emotivo che la bambina
vive in didattica digitale, vedendo tutti i suoi compagni presenti in aula».

Abbiamo contattato la scuola, nella persona della dirigente scolastica, la professoressa Rosanna Brucoli: «L’atteggiamento di questa famiglia è persecutorio nei miei confronti, sono stati diffamatori in più sedi; nel rispetto della sua libertà d’informazione l’avviso che procederò a querela questa volta, contro i genitori e contro ogni notizia diffamatoria, sono stata raggiunta da notizie infondate, comunicate da questi signori, persino nel giorno della morte di mio padre» ci ha detto per chiarezza prima di entrare nel merito della vicenda.

«Questi signori non hanno partecipato alla ricognizione per la richiesta di didattica in presenza – ci ha detto la dirigente scolastica -; d’abitudine non partecipano alle ricognizioni, non hanno nemmeno sottoscritto il modulo di corresponsabilità, noi abbiamo bisogno di mettere un paletto regolativo. La scuola agisce nell’ambito della propria mediazione, ma non può neanche stare completamente indifesa nei confronti di chi non accetta nessun tipo di corresponsabilità o di collaborazione».

«Io le do la versione della scuola. Nel rispetto dell’ordinanza – ha spiegato -, le famiglie che non hanno partecipato alla ricognizione in presenza non sono state ammesse alla frequenza in presenza. Il problema è la chiarezza organizzativa, un istituto scolastico non può organizzare ogni giorno il servizio senza una comunicazione preventiva, una concertazione preventiva con l’utente; è già tanto organizzarlo ogni settimana, ma ogni giorno è impossibile».

«All’interno di un sistema in cui qualcuno tende a iterare una trasgressione della fiducia, della corresponsabilità, della collaborazione con la scuola – ha aggiunto la professoressa -, bisogna mettere dei paletti, altrimenti noi ci troveremmo nella situazione in cui non riusciamo a gestire il servizio nella quotidianità. È un bisogno regolativo che nasce dalla necessità di erogare un servizio, di organizzarlo non dico su base mensile, un tempo l’orario era provvisorio poi definitivo su base annuale, adesso cambia ogni 5 giorni, però si tratta anche di poter garantire la vigilanza, gli orari fissi di ingresso e di uscita, le condizioni minime di vigilanza sui minori – ha concluso -. Se la scuola, che è stata tollerante e flessibile fino al 10 gennaio, inizia a fare una deroga, lo deve fare per tutti».