La mancata consegna di una raccomandata si è abbattuta su una famiglia di Monopoli come l’ascia del boia. Lui è Martino, 18enne invalido al 100% che percepisce dall’Inps l’assegno di invalidità; l’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale fissa per il 31 agosto la visita di revisione, per continuare a erogare il contributo di sostegno, ma per le disposizioni in materia di coronavirus il postino non citofona per consegnare l’importante convocazione, e così, non avendo trovato l’avviso in cassetta, non si presenta. A quel punto l’assegno di invalidità viene sospeso e l’Inps chiede la restituzione di 3515 euro, percepiti da agosto fino a ieri. Oltre alla beffa, insomma, anche il danno.

E pensare che, preoccupata dalla mancata convocazione, la mamma di Martino, Luigia, si è pure recata al Caf che sempre seguito la pratica per avere chiarimenti. Colpa della pandemia che starà rallentando tutto, questa la plausibile ipotesi avanzata dai responsabili del Caf, ignari di quanto stesse per abbattersi su Martino e mamma Luigia.

“Non ha citofonato nessuno – racconta Luigia – né ho trovato alcun avviso nella cassetta della posta. Aspettavo di essere chiamati, e quando ho visto che non arrivava nessuna comunicazione sono andata al Caf, dove mi hanno detto che probabilmente era colpa del coronavirus, che sta rallentando tutte le pratiche. Adesso devo restituire dei soldi che ci spettano mio figlio ha una malattia da cui non guarirà mai, ma nonostante questo siamo sotto osservazione da parte dell’Inps, che non si è preoccupata di capire per quale motivo non ci siamo presentati”. Luigia e Martino si sono rivolti a un avvocato.

“Episodi del genere non devono assolutamente capitare – tuona l’avvocato della famiglia – l’assenza del giovane alla visita del 31.08.2020 è imputabile esclusivamente alla circostanza che il postino incaricato della notifica del relativo avviso, recatosi presso il domicilio della famiglia, che abita in un appartamento di Monopoli con ingresso indipendente, non ha suonato alla porta a causa del decreto covid, né ha lasciato alcun avviso in merito. In altre parole – prosegue il legale – la signora Luigia non ha mai avuto alcun avviso di tale visita, neanche telefonico, né l’Inps si è curato di verificare il motivo reale della assenza alla visita del 31.08.2020, chiedo pertanto – conclude l’avvocato – la rettifica immediata della determinazione in oggetto in autotutela, con l’avviso che in caso contrario, sarò costretto ad adire l’autorità giudiziaria per tutelare gli interessi della mia assistita e del figlio disabile”.

Sulla vicenda interviene anche l’Osservatoria per la disabilità La Battaglia di Andrea: “È uno scandalo che una mancanza di un postino ed una mancata verifica da parte dell’Inps di Bari condanni un ragazzo disabile – dichiara Asia Maraucci, presidente dell’Osservatorio – ci troviamo sempre di fronte al caso che a pagare sono i più deboli, e chi realmente ha sbagliato si comporta come Ponzio Pilato e se ne lava le mani, se così è andata, chiediamo l’immediato licenziamento del postino da parte di Poste Italiane, il licenziamento degli impiegati dell’Inps che non hanno fatto il loro dovere e le immediate dimissioni del direttore dell’Inps di Bari”.

“Non solo devono rettificare ciò che indebitamente hanno chiesto alla famiglia – prosegue la Maraucci – ma adesso devono risarcirla dei danni morali che ha subito, devono rimediare alla lacrime di una mamma di un figlio disabile già nato sfortunato, adesso non deve essere mortificato anche da chi dovrebbe tutelarlo. Non dovevano sospendere e chiedere il rimborso trattandoli con sufficienza – conclude la donna – avrebbero dovuto accertarsi del motivo dell’assenza del ragazzo, ricordando tra l’altro a questi funzionari , che dall’autismo purtroppo non si guarisce!”.