La condivisione di uno spogliatoio fra uomini e donne ha rischiato di trasformare la Vigilia di Natale in una serata drammatica. Un infermiere in forza al pronto soccorso dell’ospedale Di Venere, impegnato nei trasporti secondari covid e no covid è stato picchiato selvaggiamente poco prima delle 22.

L’aggressore sarebbe il parente di un’ausiliaria, entrato indisturbato con il chiaro intento di massacrare di botte il dipendente in servizio. Il problema dello spogliatoio condiviso, secondo alcune indiscrezioni alla base del pestaggio, era noto fin dalle prime battute anche ai vertici dell’ospedale, ma nonostante le continue doglianze del personale nessuno sarebbe intervenuto per risolvere la questione.

A fare irruzione, senza essere controllati o fermati, sarebbero stati in due, ma stando al racconto che ci è stato fatto solo uno di loro si sarebbe effettivamente scagliato contro l’infermiere in servizio, a quanto pare preso a pugni in faccia con una violenza inaudita. A sottrarre l’uomo dalle grinfie del suo aggressore sarebbe stato un collega, anch’egli in servizio al momento del parapiglia.

La vittima del pestaggio è stata costretta a farsi assistere dal personale del pronto soccorso. Gli esami clinici avrebbero evidenziato un trauma cranico, oltre alla frattura della mascella e dello zigomo, tanto da essere stata necessaria una prognosi di 30 giorni. Soccorso anche l’infermiere intervenuto in aiuto del collega, al quale è stato riscontrato un evidente stato di agitazione.

Sempre secondo le notizie in nostro possesso, anche il parente intervenuto per sostenere le ragioni dell’ausiliaria si sarebbe fatto refertare, ma non sappiamo con quali esiti. Della discussione e del conseguente blitz, che ha visto coinvolti alcuni dipendenti in servizio, sono stati informati i vertici dell’ospedale Di Venere. Appare doveroso un accertamento formale di quanto accaduto, per risalire all’esatta dinamica e alle eventuali responsabilità.