Il rapporto settimanale pubblicato dall’Istituto Superiore di Sanità, e curato con il Ministero della Salute, parla chiaro: la Classificazione complessiva di rischio è “Moderata con probabilità alta di progressione a rischio Alto”.

Tradotto, se la Puglia è ancora da scenario 3, c’è poco da stare allegri, perché lo scenario 4, e quindi il passaggio a fascia di rischio rosso, con le pesanti restrizioni che ne conseguono, è dietro l’angolo.

I dati del rapporto sono aggiornati al 9 novembre e riferiti all’intervallo 26 ottobre – 1 novembre. Nel periodo in questione, la Puglia ha registrato sia una crescita di focolai che di nuovi contagi, con 5508 casi in più e dunque si conferma stabilmente sopra-soglia.

Quanto al territorio nazionale, il rapporto non lascia intravedere spazi di miglioramento: “Si conferma che l’epidemia in Italia è in rapido peggioramento sull’intero territorio nazionale – si legge -. La maggior parte del territorio è compatibile con uno scenario di tipo 3 ma il numero di Regioni/Province Autonome in cui la velocità di trasmissione è già compatibile con uno scenario 4 è in aumento. Si conferma pertanto una situazione complessivamente e diffusamente molto grave sul territorio nazionale con criticità in numerose Regioni/PA italiane”.

“Nella settimana di monitoraggio – prosegue il report – tutte le Regioni/PA sono classificate a rischio alto di una epidemia non controllata e non gestibile sul territorio o a rischio moderato con alta probabilità di progredire a rischio alto nelle prossime settimane. La situazione descritta in questa relazione evidenzia forti criticità dei servizi territoriali e il raggiungimento attuale o imminente delle soglie critiche di occupazione dei servizi ospedalieri in tutte le Regioni/PA”.

“Si conferma che è necessaria una drastica riduzione delle interazioni fisiche tra le persone in modo da alleggerire la pressione sui servizi sanitari. È fondamentale – sottolinea l’Iss in conclusione – che la popolazione eviti tutte le occasioni di contatto con persone al di fuori del proprio nucleo abitativo che non siano strettamente necessarie e di rimanere a casa il più possibile”.