“Vi scrivo per denunciare la situazione che io e i miei colleghi stiamo vivendo dal 20 ottobre. Come tanti sono risultata positiva al coronavirus, dopo aver effettuato un tampone in un laboratorio privato e da quel giorno è iniziato un vero e proprio incubo”.

Inizia così la lettera scritta alla redazione del giornale da parte di una soccorritrice del 118 che, “per prima cosa” si definisce “una comune cittadina”.

“Non mi riferisco alla parte legata alla mia salute e a quella dei familiari, ma bensì alla parte legata alla burocrazia – spiega la donna -. Ho comunicato l’esito del tampone al mio medico curante, senza aver avuto nessun supporto e responso. Pensavo che dopo aver fatto la segnalazione, qualcuno dell’ASL mi avrebbe contattato, ma nulla, dopo 10 giorni ero ancora in attesa di quella fatidica chiamata, che non é arrivata mai”.

“Ho cercato in qualche modo di mettermi in contatto con il dipartimento di prevenzione o con chiunque potesse darmi qualche dritta, ma niente – continua -. Nessuno risponde, alcuni numeri sono bloccati oppure chi risponde non sa niente. Riesco dopo 10 giorni a prenotare, per vie traverse, un tampone molecolare al drive in. Dopo qualche giorno ricevo il risultato che è nuovamente positivo. Chiamo il mio medico e questa volta mi sento dire che la mia segnalazione é stata fatta i primi di novembre. Non potevo crederci, ben 12 giorni dopo il primo tampone”.

“Nonostante questo, mi armo di pazienza e aspetto che questa volta sia l’Asl a chiamarmi ma ancora niente. Ad oggi dopo ben 8 giorni, attendo ancora a casa, quella fatidica chiamata – conclude -. Nessuno ancora mi sa dare spiegazioni a riguardo. In una delle ultime e-mail, mi hanno risposto che il mio caso non é stato affidato ancora ad un medico del dipartimento di prevenzione. Mi chiedo, ma come é possibile? Sono passati quasi 21 giorni, senza che qualcuno si facesse in qualche modo vivo. In questo periodo sto comprendendo che la gente come me, come tanti altri colleghi, come tante persone comuni, in questa situazione si sente abbandonata. Non riusciamo a dare un senso e una svolta a questa brutta vicenda.”