Torniamo a parlare della scuola Carducci di Bari, e in particolare della contemporanea assenza del dirigente scolastico, il dottor Salvatore Roccella, delle due vice presidi, e di parte dello staff di segreteria, contestualmente alla chiusura di una giornata per sanificare l’edificio. La notizia, da noi pubblicata dopo aver verificato la fondatezza delle segnalazioni arrivate in redazione e dopo opportuna chiamata all’istituto, ha evidentemente sollevato un polverone, soprattutto in considerazione del fatto che la maggior parte dei genitori i cui figli frequentano la Carducci, lo hanno appreso da noi. Il dirigente ha inviato in redazione una lunga e dettagliata lettera con cui restituisce la sua versione dei fatti, lettera che potete leggere qui di seguito integralmente, lettera che richiede una risposta diretta.

Egregio professore, per prima cosa, un sentito in bocca al lupo e gli auguri di una pronta e completa guarigione; parole, spero vorrà credere, sincere. Pur non essendo stato uno studente brillante, conservo ricordi piacevoli degli anni di scuola, lungi da me l’idea di volermi rifare sulla categoria.

La ricostruzione che lei ha mandato, precisa e dettagliata, è inappuntabile, non spetta al sottoscritto contestare le decisioni del Dipartimento di Prevenzione per quanto riguarda il tracciamento dei contatti stretti, né per quanto attiene al dovere di una comunicazione formale al corpo docenti, al personale scolastico e ai genitori dei suoi alunni, nello stesso articolo non è mai stato detto, scritto o sottinteso il mancato ottemperamento a degli obblighi. Quello che sfugge ed è mancato nella gestione di questa situazione, è una valutazione in merito all’opportunità di farlo.

Da mesi viviamo col timore di poterci contagiare, peggio ancora, che il coronavirus possa entrare in casa nostra da fuori, come dimostrano le accese polemiche che si sono scatenate proprio nelle ultime settimane in merito all’apertura/chiusura delle scuole. Il venir meno dalla sera alla mattina di ben 5 persone nello stesso ufficio, era inevitabile che sollevasse fortissimi dubbi, confermati dalla sua sfortunata condizione di salute.

Una comunicazione scritta, una lettera aperta, come ha inviato a noi, avrebbe certamente tranquillizzato e rasserenato tutte le persone che, direttamente o meno, hanno un collegamento con la scuola Carducci. Le mamme e i papà dei suoi alunni hanno una vita sociale, un lavoro ed entrano in casa di altre persone, anche queste bisognose di essere rassicurate. Il bollettino epidemiologico regionale di oggi riporta 39 decessi e 1434 nuovi contagi, in costate aumento da settimane; numeri che fanno paura.

Le dichiarazioni a me rilasciate dalla collega che la sta sostituendo, professore, frutto a suo dire di una “veloce intervista telefonica”, sono la sintesi di una conversazione durata circa 12 minuti, cosa ovviamente che sono in grado di dimostrare in qualunque momento, e sono il risultato della scomoda posizione in cui lei stesso l’ha messa, se come dice la sua sostituta, ha deciso lei, professore, di non voler dire niente a nessuno, non certo del suo essere positivo, ci mancherebbe anche altro, ma della “eccezionale coincidenza” che si è venuta a creare nella sua scuola.

Trasparenza, professore. La dirigente del Marconi-Hack, qui a Bari, ha istituto il bollettino epidemiologico scolastico settimanale, che non ci risulta abbia trovato oppositori, voluta proprio per evitare che si potesse scatenare la caccia all’untore, iniziativa lodevole e che mi sento di volerle consigliare. In bocca al lupo professore, le auguro di rimettersi al più presto.


LA LETTERA DEL DIRIGENTE SCOLASTICO- Appreso di essere stato individuato quale “contatto stretto” di congiunto risultato positivo al COVID-19, ed essendo stato posto immediatamente in quarantena con sorveglianza attiva dal mio medico curante con contestuale segnalazione al Dipartimento di Prevenzione dell’ASL Bari, anche nella mia veste di Referente Scolastico per COVID-19 della Scuola “Carducci” ho contattato telefonicamente il 30 ottobre il predetto Dipartimento, nella persona della Dottoressa XXXXXX, Referente COVID-19 per le Scuole dell’Area Metropolitana di Bari presso il citato Dipartimento.

La menzionata Dottoressa mi ha rivolto assai puntuali domande volte ad appurare sia tutti gli incontri con persone avuti e le modalità e i tempi con cui tali incontri sono avvenuti, ai fini del tracciamento dei “contatti stretti”, sia tutti gli ambienti da me frequentati all’interno dell’edificio scolastico.

Le mie risposte sono state precise ed esaurienti, ossia, in sintesi, le seguenti: circa gli incontri avuti con persone, il cui numero comunque è esiguo (le due vice-presidi, qualche docente e due assistenti amministrative) sono sempre tutti avvenuti indossando costantemente e scrupolosamente la mascherina sia io che le persone incontrate, nel pieno rispetto del distanziamento fisico prescritto, in ambienti areati e per tempi circoscritti; circa gli ambienti da me frequentati, sono stati costituiti essenzialmente dall’ufficio di Presidenza e dall’ufficio di Segreteria, ubicati, rispettivamente, al 1° piano e al piano terra dell’edificio scolastico.

Preso atto di tali mie risposte, la Dottoressa è pervenuta alla conclusione di non esservi persone da ritenere miei “contatti stretti” all’interno della Scuola “Carducci”, raccomandando, altresì, che in via cautelativa fosse effettuata la sanificazione degli uffici di Presidenza e di Segreteria dell’Istituto.

Il 4 novembre, emersa la mia positività al COVID-19 a seguito di tampone effettuato il giorno precedente nel mentre ero già da giorni in quarantena (positività con cui la Scuola “Carducci” non c’entra nulla, nel senso che non ne è la causa nella maniera più assoluta, in quanto la fonte che mi ha contagio è da rinvenirsi altrove), ho avuto un ulteriore colloquio telefonico con la Dottoressa, in cui ho ribadito quanto riferitole nel colloquio telefonico del 30 ottobre, per cui le conclusioni tratte dalla predetta Dottoressa sono rimaste le medesime di quel giorno.

A questa mia situazione, il 5 novembre ha fatto seguito improvvisamente un’altra, assolutamente inimmaginabile, situazione, che costituisce una coincidenza del tutto eccezionale: quella dell’essere costrette a casa da ragioni sanitarie entrambe le vice-presidi (il che spiega il fatto che mi sta sostituendo, secondo prassi seguita in caso di concomitante assenza di dirigente scolastico e vice-presidi, la Professoressa Patrizia Cusatelli, in possesso dei requisiti in linea con la predetta prassi) e due assistenti amministrative.

Di tale situazione, che con la mia situazione non ha alcuna correlazione, è stato prontamente portato a conoscenza il Dipartimento di Prevenzione dell’ASL Bari, sempre nella persona della Dottoressa, che ha fornito formalmente precise indicazioni sul da farsi mediante mail pervenuta presso la Scuola “Carducci” la mattina del 7 novembre.

Sulla base di tale mail non si è ravvisata alcuna necessità di fare un avviso per i genitori e il personale scolastico, non essendo essi nella maniera più assoluta risultati interessati dalla improvvisa sopraggiunta situazione dettata da ragioni sanitarie riguardante entrambe le vice-presidi e le due assistenti amministrative, così come essi non erano risultati interessati nella maniera più assoluta dalla mia positività al COVID-19.

Per tutto quanto sinora rappresentato, si evince non esservi stata alcuna omissione e alcuna inadempienza da parte della Scuola “Carducci” nei confronti dei genitori e del personale scolastico, non essendosi reso necessario avvisarli in maniera formale per la semplice ragione che non è emerso alcun fondato motivo per farlo.

Della situazione mia, delle vice-presidi e delle due assistenti amministrative il Dipartimento di Prevenzione dell’ASL Bari, nella persona, si ribadisce, della Dottoressa, ha avuto immediata e completa conoscenza, pronunciandosi sul da farsi: se il predetto Dipartimento avesse disposto di avvisare formalmente i genitori e il personale scolastico, ma non lo ha fatto perché non ve ne era motivo, la Scuola “Carducci” lo avrebbe fatto senza indugio alcuno: ci sarebbe mancato altro!

Pertanto, non intendo avallare talune affermazioni, da cui, quindi, prendo personalmente le distanze, fatte nell’ambito dell’intervista telefonica effettuata da codesta testata giornalistica dalla Professoressa Patrizia Cusatelli (che colgo l’occasione di ringraziare per l’assai prezioso lavoro svolto nella non certo facile situazione costituita dalla concomitante assenza mia e delle due vice-presidi, anche se quotidianamente tutti e tre stiamo assicurando con forte impegno e passione il nostro apporto seppure a distanza per far funzionare al meglio la Scuola “Carducci”), affermazioni che sono le seguenti: ”Non è stata fatta una comunicazione ufficiale anche per rispetto della privacy, se abbiamo sbagliato è stato fatto per non scatenare il panico. Se dovesse ricapitare una cosa del genere agiremo diversamente. La scelta di renderlo noto in maniera informale è stata presa dal dirigente scolastico”.

Tali affermazioni, fermo restando la mia grande stima sotto il profilo sia umano che professionale per la Professoressa Patrizia Cusatelli, ritengo siano da rapportarsi al particolare contesto in cui esse sono state fatte, contesto rappresentato da una veloce intervista telefonica richiesta improvvisamente alla predetta Professoressa nel mentre faceva lezione.

Dispiace e amareggia, e parecchio, che dall’articolo di codesta testata giornalistica scaturisca un’immagine distorta della Scuola “Carducci”, avendola ingiustamente fatta apparire omissiva e inadempiente, misteriosa finanche, su un piano estremamente importante e delicato quale quello della salute peraltro, nei confronti dei genitori e del personale scolastico.