“Mi ha preso per i fianchi spingendomi contro il lavandino ed è lì che ho sentito la sua erezione”. A parlare è una delle tirocinanti OSS che ha denunciato la molestia sessuale avvenuta nelle cucine del Presidio Territoriale di Assistenza Florenzo Jaja di Conversano.

Ancora sotto choc per quanto accaduto, la giovane ha voluto raccontare quanto le è capitato. “Ha sempre sottolineato di avere un matrimonio felice e di essere padre di 3 figlie, quindi non avrei mai immaginato che potesse farmi una cosa del genere”.

La ragazza è una delle partecipanti al corso di formazione OSS nel presidio ospedaliero di Conversano. “Mi aveva invitato a prendere un caffè nella cucina del reparto dicendomi che ci sarebbero stati anche la mia collega e il personale infermieristico. Ho accettato l’invito e appena uscita dalla sala operatoria sono andata in cucina. Ho notato che non c’era nessun altro a parte lui e subito mi ha confermato che sarebbero arrivati da lì a breve. Avevo ancora i guanti e quindi mi ha detto di toglierli e di lavarmi le mani. Mentre ero appoggiata al lavabo mi si è avvicinato e abbracciandomi mi ha preso i fianchi e ho così sentito la sua erezione. Impaurita ho urlato chiedendo aiuto. Si è staccato e mi ha implorato di non dire niente a nessuno perché è un padre di famiglia”.

“Ancora sotto choc – racconta – ho raggiunto le mie colleghe e ho raccontato quanto mi era accaduto. Anche loro mi hanno detto di aver ricevuto molestie sessuali sia verbali che fisiche dalla stessa persona e da un suo collega. Se lo avessi saputo non avrei mai accettato l’invito a prendere il caffè e avrei mantenuto le dovute distanze”.

“Le mie colleghe hanno immediatamente chiamato il direttore sanitario e il tutor nostro referente. Mentre raccontavo l’accaduto – sottolinea la tirocinante -, sono rimasti increduli dicendo che era impossibile. Nonostante fossi ancora turbata ho sottolineato che mai e poi mai avrei potuto inventarmi una cosa del genere e così anche le mie colleghe hanno raccontato di aver subito alcune molestie sessuali”.

“Pochi giorno dopo, la direzione sanitaria ci ha informate della sospensione del corso dicendo che fosse a causa del coronavirus, anche se mi era parso strano. Nel frattempo – continua – dopo aver denunciato il tutto ai Carabinieri, sono venuta a sapere che questa persona, insieme a un suo collega accusato delle stesse molestie, sono stati messi in ferie forzate, ma da quanto mi è parso di capire torneranno a lavoro”.

“Prima di quel giorno non aveva mai fatto cose esplicite, tranne una volta che per spiegare come si mette l’elettrocardiogramma voleva farmelo vedere toccandomi e spingendosi al di sotto dello standard previsto. Sono ancora spaventata – conclude – e vorrei tanto che confessasse quanto ha fatto perché essendo padre di 3 figlie questa cosa potrebbe capitare anche a loro”.

Sia il caposala, Silvio Supa, che il direttore del distretto sanitario, il dottor Antonio Milano, non hanno voluto rilasciare dichiarazioni in merito alla vicenda in quanto al momento sono in corso le indagini da parte dei Carabinieri.

Non è la prima volta che viene denunciato un caso di molestia sessuale all’interno di un ospedale pugliese. Ricordiamo quanto accaduto a una tirocinante al Miulli di Acquaviva, aggredita in ascensore dal caposala.