Un giro di usura che colpiva soprattutto i pensionati piegati dalla crisi dovuta al covid. Tra le vittime un’anziana che aveva chiesto un prestito di 20 euro per fare la spesa, un operaio che voleva fare bella figura per la Comunione del figlio, una ludopatica che è stata costretta a vendere la casa e la mamma di due figli disabili che purtroppo non riusciva a pagare le cure.

Nel mirino degli usurai, arrestati ieri dalla Guardia di Finanza durante l’operazione “Cravatte Rosa”, tutte persone in gravi difficoltà economiche che vivono nei quartieri popolari di Bari, da Japigia al San Paolo. A tirare le redine del losco giro di affari erano soprattutto le donne, in 10, infatti, sono state arrestate e tra loro c’erano anche due 80enni. È emerso anche che 6 dei 13 soggetti arrestati sono risultati percettori del Reddito di Cittadinanza, avendo dichiarato nelle pertinenti istanze di non essere titolari di alcun tipo di reddito.

L’anziana che ha fatto smascherare il giro di usurai ha denunciato i suoi aguzzini alla Guradia di Finanza nel maggio del 2019, ma a causa del periodo di crisi dovuto al coronavirus, nonostante stesse collaborando con le Fiamme Gialle, a giugno 2020 aveva contattato le usuraie per farsi dare altri soldi.

Piccoli prestiti che servivano per esigenze quotidiane come pagare bollette e fare la spesa. E, stando alle investigazioni, si è anche scoperto che alcuni pensionati, per riuscire a restituire i soldi a una usuraia, chiedevano un prestito a un’altra, entrando in un tunnel di debiti.

Nelle indagini si è scoperto che alcune vittime avevano rapporti con gli strozzini da circa 20 anni. È il caso di una signora che chiese un prestito a Maria Magistro per il matrimonio della figlia, all’incirca 3 milioni di lire, e dopo circa 20 anni, avendo bisogno di liquidità, aveva richiamato l’usuraia per farsi prestare altri soldi.

Per il colonnello Luca Cioffi si è trattato di usura professionale nel quale veniva usato anche il sistema del “saltorata”, ovvero le vittime, quando non riuscivano a pagare le rate, dovevano corrispondere una penale del 50%, che però non alterava il debito mensile.

Nel caso della donna che aveva chiesto un prestito per il matrimonio della figlia, i finanzieri hanno scoperto che la donna è stata costretta a pagare tassi tra l’80% e il 600%, anche se ad altre vittime è andata peggio, considerato che in alcune circostanze gli strozzini sono arrivati a imporre tassi del 5.000%.