Pazienti, positivi al coronavirus, che attendono per ore in ambulanza, postazioni 118 mandate all’ospedale Di Venere dalla Centrale Operativa e il personale del nosocomio cittadino che rifiuta i pazienti positivi perché il Di Venere non è ospedale covid.

Questa non è una battaglia tra 118 e ospedali, non è una critica al lavoro dei sanitari, ma è una denuncia contro il sistema che doveva essere pronto. La seconda ondata è stata ampiamente annunciata da chiunque, eppure in Puglia mancano posti letto e personale, gli ospedali sono in affanno, le postazioni 118 sballottolate da un ospedale all’altro con all’interno pazienti positivi.

Siamo passati da “venite in Puglia a fare la vacanza covidfree” a zona arancione con i contagi e i decessi che aumentano ogni giorno di più. In tutto questo c’è sempre il problema della mancanza di posti letto per i pazienti che necessitano del ricovero.

Quanto accaduto ieri pomeriggio all’ospedale Di Venere è solo una delle tante gravi inadempienze del sistema. Tre ambulanze, della postazione di Casamassima, Noci e Policlinico, sono state per ore in attesa fuori dal Pronto Soccorso del Di Venere.

“Non accettano i pazienti perché non è ospedale Covid. Siamo venuti qui perché indirizzati dalla Centrale Operativa 118. Una volta arrivati al Di Venere – spiega la dottoressa della postazione di Casamassima – abbiamo scoperto che si trattava di positivi al coronavirus e per questo il Pronto Soccorso li ha respinti. Nel frattempo non possiamo andare in altri ospedali perché la Centrale Operativa ci ha detto di non muoverci. In tutto questo i territori di nostra competenza sono scoperti e si rischia che qualche codice rosso non venga soccorso”.

Uno dei pazienti, come accaduto all’anziano deceduto al Miulli dopo diverse ore in ambulanza e sballottolato da un ospedale all’altro, ha persino richiesto agli operatori dell’ambulanza di riportarlo a casa, come evidenzia la dottoressa del 118.

Solo dopo diverse ore la Centrale Operativa del 118 ha dato ordini alle 3 postazioni di portare i pazienti al Policlinico di Bari. L’ultima ambulanza che ha potuto lasciare il paziente al Pronto Soccorso è stata la postazione Policlinico. Lo sbarellamento è avvenuto intorno alle 18 ma con la barella della postazione che è quindi è rimasta inservibile per il territorio. Al cambio del turno, gli operatori sanitari hanno riavuto la loro barella intorno alle 22,30.

L’intervento iniziato alle 10.50 di ieri mattina, tra attese e sbarellamenti, ma soprattutto per la sanificazione e il ripristino dell’ossigeno, è finito a mezzanotte, orario in cui la postazione 118 del Policlinico è tornata operativa. Una situazione che va contro la dignità del paziente e della vita. Il sistema è al collasso e siamo solo all’inizio della seconda ondata.