L’ex sindaco di Bari Francesco De Lucia, oggi 85enne, è stato rinviato a giudizio per “morte come conseguenza di altro delitto” per la vicenda di via Archimede, 16 a Japigia, il così detto palazzo della morte. Lo ha deciso il gup del Tribunale di Bari Paola Angela De Santis.

De Lucia è l’unico imputato per il caso dello stabile in cui ben 29 inquilini si sono ammalati di neoplasie rare e 14 di loro sono deceduti tra il 1998 e il 2019, vicende che sarebbero state causate dai roghi della vicina ex discarica comunale, dismessa nel 1971 ma bonificata negli anni Novanta.

Il processo a carico di De Lucia inizierà il 21 dicembre dinanzi al Tribunale monocratico di Bari, l’ex sindaco dovrà rispondere per tre decessi, avvenuti tra il 2016 e il 2019, mentre l’accusa di aver indirettamente contribuito alla morte degli altri 11 inquilini è decaduta perché quei fatti sono prescritti.

Nel corso dell’udienza preliminare è stata ammessa la costituzione di parte civile di cinque familiari delle tre vittime, assistiti dagli avvocati Michele Laforgia e Stefano Starita, rigettata invece la richiesta di altri nove inquilini, tra familiari di vittime e persone ammalatesi nel corso degli anni.

A De Lucia, difeso dagli avvocati Gianluca De Lucia e Dario D’Innella, il pm Baldo Pisani contesta la morte come conseguenza di altro reato per aver firmato, a settembre del 1982, l’ordinanza con la quale “requisiva e assegnava gli alloggi del condominio, omettendo ogni controllo sulla mancanza di abitabilità dello stabile, dovuta alla abitazione irregolare in un sito ad alto e noto inquinamento ambientale per essere nelle immediate vicinanze della discarica Caldarola oggetto di noti e ripetuti conferimenti anche illegali di rifiuti”.

Così facendo avrebbe determinato, “quale conseguenza non voluta della sua condotta”, decessi “per gravi neoplasie riconducibili alla esposizione a ripetute emissioni di fumi di combustione di diversa natura, derivanti dalla discarica Caldarola”.